Diesel | FW2011/12 man

Se dovessi dare la mia interpretazione della nuova collezione uomo FW2011/12 di Diesel direi che si tratta della storia di un tipo che vuole metter su una rock band, poi gli dicono che deve essere un po’ più darkeggiante ma quando vede che un gruppo di sfigatissimi emo hanno i suoi stessi pantaloni va in crisi d’identità, per un po’ prova look diversi, si rimette pure i pantaloni emo che però ora si rende conto che dipende solo da te e da come li porti e quindi i suoi erano rocknroll… però nel frattempo conosce una per benino, brava ragazza, buona famiglia, papà con la barchètta, quindi si dà una ripulita, s’incappotta, si sbarba, però che palle la brava ragazza, quindi la lascia, si rimbarba, entra in un periodo minimal, breve però, perché poi è il momento di riscoprire i valori, sai, le cose importanti della vita, il sole tra gli alberi, le lunghe passeggiate, le toppe di pelle sulle maglie, e si ritrova ad ammazzarsi di cannoni durante lunghe scarpinate a raccoglier funghi (quelli “ridolini”) ma scampagnata dopo scampagnata inizia a chiedersi – che sto facendo? Non ho bisogno di questo – e si fa una cultura naturalistica, butta via cartine, pipette e bong per riassaporare la natura, quella vera, buttarsi in mezzo all’erba di un prato (magari al fango, ricordo che tutto questo accade in un autunno/inverno), insegnando a riconoscere il tarassaco e a mangiarlo come snack durante pomeriggi di volontariato come guida turistica per adolescenti tedesche in visita sui percorsi escursionistici delle prealpi, ma la tedescona spilungona gli fa perdere la testa e si ritrova gonfio e stordito allo stand della Spaten, a Monaco di Baviera, intento a biascicare di rivoluzione e di una fantomatica Diesel Island sperduta da qualche parte in mezzo all’oceano, discorso che attira l’attenzione dello strano figuro con i baffoni e la bandiera di jeans seduto (guarda un po’) proprio accanto a lui, che gli allunga una borsa sotto il tavolo, gli sussurra all’orecchio una serie di coordinate e gli allunga un mucchietto di banconote: il nostro ormai affezionato amico prende tutto ciò come un segno dal cielo e dopo un’ultima birra è pronto per la sua nuova, ennesima vita, quella rivoluzionaria e coraggiosa di chi quando fa lo stupido, lo fa sul serio.

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