7am | Alberto Chimenti Dezani

7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Alberto Chimenti Dezani (qui il suo sito).

Ciao Alberto, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ciao, ho 23 anni e sono nato e cresciuto a Torino, città che amo con tutto il cuore e nella quale attualmente vivo, tra l’altro.
Non saprei dire esattamente da quando scatto foto, mi è sempre piaciuto. La vera passione però, è nata un paio di anni fa, da quando ho iniziato a scattare in analogico, e da allora non ho più smesso.

La tua attrezzatura?
Mi diverte parecchio a scattare con le point & shoot, delle quali possiedo un’ampia collezione; quelle che uso di più sono la Olympus Mju e la Leica Mini II, leggere, versatili, e, pile permettendo, affidabili.
La mia prima scelta comunque, resta la Canon AE-1, sulla quale alterno vari obbiettivi secondo necessità.
La prima macchina con la quale ho scattato in analogico ed il mio primo amore però, rimane la Voigtlander Vitomatic IIa, anche se ultimamente l’ho un po’ accantonata.
Ho anche una Canon 550D ma la uso praticamente solo per fare video, motivo per il quale l’ho comprata.
Poi penso ci sia una macchina fotografica adatta ad ogni occasione, ad ogni situazione, ad ogni mood; è anche per questo che compro quasi tutto quello che mi ispira e che mi posso permettere, dalle toy cam, alle range finder, dal medio formato alle digitali e via dicendo.

Cosa fai quando non fai foto?
Studio, ma ancora per poco (mi sto per laureare in communication design allo IAAD di Torino), mi occupo di una lunga serie di cose per una lunga serie di persone/brand/aziende che non sto qui a dirvi, filmo e monto video, pedalo più che posso e vado in skateboard. Ah, e lavo un sacco di piatti se no la mia ragazza s’incazza e mi lascia morire di fame.

Descrivimi la tua stanza.
La mia è la stanza più piccola del mondo. Sarà 4×3 a dir tanto, ed in origine era un ripostiglio. Poi, “inaspettatamente” sono arrivato io, 16 anni dopo i miei fratelli e siccome ero il più piccolo mi sono beccato la stanza più piccola, l’unico “buco” che restava in casa. Dentro però c’è di tutto, una scrivania con sopra il computer e sotto la stampante e una cassettiera con dentro ancora i giochi di quando ero piccolo, un armadio/tavolo con sopra una tv e un Xbox che raramente uso, e una libreria con sopra un sacco di libri di foto e grafica. Il letto da, quando i miei fratelli sono andati via di casa, è in un’ altra stanza, che però uso solo per dormire. Di recente mi sono trasferito nella casa dove vivevano i miei nonni con la mia ragazza, ma ho voluto descrivere quell’endroit perché è quello dove sono cresciuto ed al quale sono più affezionato.

La tua macchina fotografica pesa quanto…
Mmm… Non saprei, vorrei trovare un paragone adatto con qualcosa di divertente o perlomeno utile. Una palla di neve fatta bene o una lattina di birra da 66cl sono i due esempi migliori che mi vengono in mente.

Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Penso che per colori e atmosfere sarebbe qualcosa di Larry Clark regista: “Kids” o “Ken Park”, ma probabilmente non a livello di contenuti.

Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Te ne consiglio un paio italiani: Davide De Martis e Chiara Esposito.
Uno straniero: Corey Bartle Sanderson.
E visto che avete anche lanciato una fichissima rubrica sui tatuatori vi consiglio, se posso, anche Gaia Pisani.

Un messaggio

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