7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Lucio Bolognesi.
Ciao Lucio, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Ciao, sono di Rimini e ho 33 anni. Faccio l’illustratore da alcuni anni, non saprei dirti una data precisa.
I lavori di grafica vettoriale sono la trasposizione di ciò che facevo e faccio ancora occasionalmente come writer, mentre i disegni a mano sono una costola della mia opera come pittore.
Trovo che il confine tra illustrazione e opera d’arte sia spesso estremamente labile e dipenda unicamente da come voglia porsi in un dato momento chi crea l’immagine.
Matita o penna grafica (che materiali usi per il tuo lavoro)?
Matite, pennelli, marker, computer e tutto quello con cui si può fare un tratto.
Cosa fai quando non disegni?
Lavoro, giro in bici, gioco a squash e pubblico cazzate sui social network.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Una pila di acquerelli e disegni fatti a San Francisco, guanti, vestiti che dovrei piegare, una sveglia con l’ora fastidiosamente enorme e luminosa, vitamine, scontrini.
Un disegno pesa quanto…
Molto, se ti ci siedi sopra.
Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Libro: Uno, nessuno e centomila di Pirandello.
Film: π, Moebius o qualcosa comunque sul genere fantamatematico/fantafisico sarebbe stimolante.
Un illustratore o un’illustratrice italiana che mi consiglieresti?
Tristan Vancini e Marco Klefisch, ma penso che siano troppo eclettici per poterli chiamare solamente illustratori.
Pure i lavori al tratto di Sparki li trovo fantastici.