ANIMA E CORPO
di Loïc Wacquant
DeriveApprodi 2002 | Amazon
FIGHTER
di Craig Davidson
Edizioni BD 2007 | Amazon
A parte aver scatenato una rissa a 17 anni, dando un’amichevole bottarella a mo’ di saluto sulla macchina di alcuni conoscenti strafatti e sovraeccitati, subito scesi dall’auto convinti che fosse un affronto da parte di un gruppo di altri strafatti e sovraeccitati che passavano di lì – in pochi secondi qualcosa come venti persone si stavano spintonando, minacciando madri e ragazze, prendendo a schiaffi, mulinando in aria le cinture, calciando dove capita – mentre io, quasi strafatto ma non sovraeccitato stavo a due metri da loro, attonito, con il mio amico più saggio e grosso di me che mi portava via pian piano e mi diceva tanto ormai… (che vuoi farci).
A parte questo, dove ero parte in causa ma senza metterci la faccia, gli occhi (neri) e il naso (rotto) – a parte questo non ho mai dato né ricevuto seriamente una sana dose di cazzotti.
E un po’ me ne dispiace (da non interpretare però come una richiesta di aiuto, e con aiuto intendo il riempirmi di botte: se ho voglia di un fight club posso sempre lanciarne uno come side-project di Frizzifrizzi, con un gergo tutto suo dove con “scrivere un post” si intende vincere una sfida e “commentare” è come prendere a spintoni qualcuno cercando di stuzzicarlo – che fai, commenti, figlio di una cagna?).
Se per il vero maschio italiano fare sport significa guardarlo alla tv, se allo stesso modo la versione massaia dell’amore è guardarne di falsi (amori) nelle trasmissioni del pomeriggio, allora la versione secchiona del fare a botte, dell’adrenalina che sale, dei sensi che si amplificano, del sangue che pompa nei muscoli, è mettersi in poltrona e leggere di sangue, pugni e sudore altrui. Se poi dopo vai anche a fare due passi e non ti fermi in pasticceria a prendere il dolcetto allora inizi anche a sentire il sacrificio dell’allenamento…
Per bei combattimenti da poltrona il mio consiglio – visto che non ho mai letto Fight Club (si può leggere Fight Club dopo aver visto il film?) – è prendere questi due libri: Anima e corpo e Fighter.
Il primo – un saggio – farà da training: con il sociologo ed antropologo francese Loïc Wacquant che entra nelle palestre del ghetto nero di Chicago e per la sua ricerca ci mette i pugni e (letteralmente) la faccia.
Non fatevi spaventare da saggio-sociologo-antropologo: il libro si legge come un romanzo e va giù come una borraccia d’acqua fresca dopo un incontro, vero o poltrone che sia. Serve a preparare i muscoli e ti mette addosso una gran voglia di iscriverti nella palestra più scassata e più in periferia.
Il secondo – un romanzo – non c’entra niente con il film che sta per uscire che invece si chiama The Fighter (con Mark Whalberg e Christian Bale).
Fighter, blurbizzato dallo stesso Palahniuk, oltre che da Bret Easton Ellis ed Irvine Welsh – quindi quale sia il target è chiaro – è la storia di un figlio di papà che per una serie di sfortunati eventi prende la classica caterva di legnate ed inizia ad allenarsi, diventando poi una sorta di tossico da combattimento. E il libro inizia con Il Combattimento tra lui e il suo rivale, l’antagonista che è il suo opposto: working class, famiglia di boxeurs, istinto naturale per tirar pugni, grandi, troppe aspettative sulle spalle (larghe).
Fighter non è un libro di quelli che cambiano la vita, a meno che non decidiate di iniziare a leggerlo già in libreria e prima di arrivare alla cassa e sganciare, non abbiate (o non vi sia stato) già sganciato un bastimento carico di botte.