7 tatuaggi e 7 domande, alle 7 di mattina, ad artisti della pelle che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Iniziamo questa specialissima sezione di 7am con Stefano Marchesini.
Ciao Stefano, di dove sei e da quanto fai tatuaggi?
Sono bolognese e tatuo da circa venticinque anni.
Perché hai inziato?
E’ difficile essere sintetico, amo disegnare, amo il corpo umano. Ho iniziato a disegnare sulla pelle da quando ero piccolissimo, da quando i miei compagni per esplorare i corpi altrui giocavano al dottore. Poi man mano che crescevo, cresceva anche in me la consapevolezza di quello che facevo, il piacere nel farlo, nello scoprire le simbologie del tatuaggio.
Tutto diventava magico e mi sentivo un re, con una spiritualità forte a sovrintendere il rito del tatuaggio. Con in mano le prime macchinette io camminavo sulla pelle come Gesù sull’acqua.
Cosa fai quando non fai tatuaggi?
Disegno, dipingo, vado al cinema e leggo… ma queste sono effettivamente le attività che vorrei fare perché ho una vita troppo complicata, una famiglia e tante responsabilità, un negozio con altri sei collaboratori e lotto quotidianamente con la burocrazia, i soldi e la salute, a volte, in vacanza mi sembra di riprendere in mano la mia vita e riesco ad imprimere ad essa il ritmo che vorrei.
La storia più strana dietro ad uno dei tatuaggi che hai fatto?
Le storie che popolano i miei ricordi sono tante, quelle che mi hanno più colpito sono sicuramente quelle legate all’inizio della mia attività, forse oggi ci si rivolge al tatuaggio con più leggerezza, come una cosa quasi normale. Ricordo nel mio primo piccolissimo negozio entrare dei veri e propri casi umani; ricordo il mitico Willie che pur riempiendo di volta in volta la sua faccia di tatuaggi non riusciva a farsi notare da sua madre la quale era talmente abituata alle stranezze di suo figlio che non ci faceva più caso. Ricordo un ragazzo che si era tatuato sulle costole, con effetto iperrealista le branchie dello squalo per immedesimarsi nella creatura acquatica a lui più congeniale (era un grande nuotatore) e poi la lacrima sul viso ad un anziano che pur avendo scontato in prigione la colpa di un omicidio decide di rinnovare quotidianamente il suo dispiacere. Le storie sono tante non saprei quale scegliere, a volte la più banale era vissuta con tale intensità da coinvolgermi completamente.
Un tatuaggio pesa quanto…
Non posso, rispondendo a questa domanda, fare a meno di citare un concetto molto interessante di Hanky Panky [uno dei più celebri tatuatori al mondo, n.d.r.]: con il primo tatuaggio ci si squilibra e poi con i successivi si cerca di riequilibrarsi, di riconferire alla parte destra lo stesso peso della parte sinistra o viceversa… e ci si accorge che il peso non dipende dalla grandezza ma dalla simbologia, dai ricordi agganciati a quel tatuaggio o forse solo dai colori o dal dinamismo. Sono tantissimi i fattori che determinano il ‘peso’ di un tatuaggio e per ciascuno ogni fattore ha un coefficiente d’importanza diverso. Allora ci si chiede se vale la pena di fare il primo tatuaggio e la risposta è senza dubbio di sì, il viaggio deve cominciare anche se fosse la discesa dantesca verso l’inferno. Quanta conoscenza di noi stessi attraverso quella ricerca, quella consapevolezza del peso dei simboli che decidiamo di portarci indelebilmente addosso.
Chi vorresti tatuare? E cosa gli faresti?
Vorrei tatuare persone vere, non necessariamente famose, io vivo ogni tatuaggio come un film, entrando nella vita altrui. Purtroppo ultimamente ho l’impressione di dover appiccicare una storia a persone che vogliono soprattutto apparire, un buon esempio è Corona che si tatua simboli da malavitoso galeotto e poi in prigione ci finisce per davvero.
Ho sempre avuto la presunzione di offrire un tatuaggio d’autore: io disegno direttamente con il pennarello ogni volta e poi tatuo. Disegno sempre e offro quello che so fare meglio. Chi viene da me cerca prevalentemente il mio ‘segno’, che sarà immediatamente riconoscibile.
Un tatuatore/tatuatrice che mi consiglieresti?
In questa città stimo tantissimo Genziana, anche lei propone tatuaggi d’autore e la sua vita come la mia è completamente dedita al tatuaggio.
Stefano Marchesini
@ Apelles Tattoo
via Broccaindosso 49a, Bologna
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