7am | Giacomo Cosua

7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Giacomo Cosua (qui il suo sito).

Ciao Giacomo quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ho 27 anni e abito a Venezia (Venezia Venezia per quelli che ti chiedono se stai in laguna o in terraferma…)
Non saprei dirti da quanti anni scatto fotografie: alle scuole medie avevo imparato a svilupparle in camera oscura, ora però non mi ricordo più come si fa, ma ho ripreso in mano le macchine fotografiche circa nel 2005, mentre ero in Erasmus, e da quel giorno non ho mai smesso di avere una macchina dietro.

La tua attrezzatura?
Premetto che per me la macchina non è così fondamentale, anche perché non scatto sempre con la stessa, vado un po’ in base al momento e ho diverse macchine fotografiche.
Per quanto riguarda le analogiche, tra quelle che uso di più ci sono sicuramente due Nikon: la “F” e la “F301”. Abbinale ad un 50 mm f 1.2 e ti si aprirà un mondo. Ho anche qualche Lomo ed una Contax che non tradisce mai.
Se parliamo di digitale, ho una nikon D200. Le macchine digitali sono un po’ come i computer, appena lo compri è già vecchio perché due mesi dopo c’è la nuova versione. Per questo ho deciso di usarla finché non mi chiederà pietà per l’ultimo scatto…

Cosa fai quando non fai foto?
Quando non faccio foto faccio il cronista, giro per Venezia, cerco di ascoltare la gente e poi di scrivere articoli di vario genere per il giornale per il quale lavoro. Se riesco provo a viaggiare, non so se questa risposta sia valida perché quando viaggio faccio anche foto…

Descrivimi la tua stanza.
La mia stanza è un caos totale. Non è mai cambiata e non penso di essere in grado di poter diventare ordinato. Ho foto sparse un po’ ovunque. Ultimamente sto provando a mettere un po’ d’ordine almeno sui muri e ho comprato delle cornici, ho trovato una foto molto bella di Guido Guidi a casa e me la sono incorniciata e devo dire che ci sta benissimo.
Ho due poster sopra la scrivania sommersa di carte, cartelle stampa, obiettivi, cavi e cavetti: uno della metropolitana di Londra e uno del cartello del checkpoint charlie. Sarà banale, forse, ma a me piacciono molto.
Ho anche un cartello preso in prestito dall’azienda dei trasporti pubblici che recita: “Chi non paga il biglietto non è furbo, è disonesto”.
Ho anche una libreria: tre scaffali sono dedicati alle riviste, gli altri ai libri ma il problema è che appoggio di tutto sulle mensole e non trovo più nulla.

La tua macchina fotografica pesa quanto…
La D200 pesa tantissimo. Con il battery pack ancora di più. Però va bene così perché è bene sentire il peso della responsabilità di dover fare uno scatto vincente.

Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Potrebbe essere qualcosa tipo Paranoid Park, giusto perché mi piacerebbe andarci e fare qualche scatto rubato di nascosto agli skaters.

Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Sono innamorato delle fotografie di un ragazzo giovanissimo americano. Uscirà una sua intervista sul prossimo numero di Posi+tive [il magazine fondato da Giacomo, n.d.r.]. Si chiama Sean Vegezzi.
Ha 19 anni ma le sue foto sono così espressive! Sta spesso nel tunnel proibiti della metropolitana di New York, un vero spaccato di vita e di gioventù a stelle e strisce.

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