La lingua di Bottura

Come vi avevo anticipato poco tempo fa, ho partecipato a Le Grand Fooding in zona Tortona e credo sia stato veramente uno degli eventi più emotivi ed emozionali dell’ultimo periodo. Nonostante la miriade di gente (eravamo in più di 1500) è stato come entrare in un turbine di sentimenti contrastanti!

Forse è meglio che inizi a spiegarvi qualcosa invece di continuare a delirare.

Le Grand Fooding si è tenuto lo scorso venerdì al numero 31, proprio accanto a SuperStudio Più e il percorso si snodava tra spazi interni ed esterni. Appena arrivata ho sfogliato il favoloso manuale di Ulian e sono partita con il piatto di David Chang: una particolarissima polpetta di riso con alga nori sfilacciata che si attaccava ovunque. Poi, subito accanto, ecco Cesare Battisti (Ratanà – Milano) con la sua sfoglia di nocciole e rosmarino, cubi di fassone, sale affumicato e aceto tradizionale che ha dato veramente la giusta svolta alla serata.

Poi ho assaggiato la crudaiola di Roberto e Arturo Maggi, preparata con pomodoro, cous cous e…, un piatto davvero semplice che mi ha riportata indietro di almeno 20 anni; una sorta di portata ancestrale.

Renè Redzepi ha stupito tutti con la sua foglia di acetosa e i cereali: una cosa veramente divina; foglia carnosissima, prodotto saporito; infine, è con Massimo Bottura che si è raggiunto l’apice dell’emozione e della sensualità (ve lo dissi).

In una stanzina a parte, raccolta, silenziosa, si accedeva a gruppi di 6/8 persone che ricevevano direttamente dalle mani dello chef la ‘lingua del mondo’. Così, sul tuo palmo, avevi questo sushi di lingua tiepida con rafano e mostarda di mele campanine mentre Bottura e la sua brigata continuavano a cucinare al buio con solo una torcia in testa. Io non avevo mai assaggiato la lingua e giuro che è stata un’esperienza mistica.

Se non ci siete stati, non potete dissentire… Insomma, prenotatevi in tempo la prossima volta!

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  1. Permettimi un piccolo commento al tuo post:

    Premetto che seguo frizzifrizzi ormai da anni e che sono sempre attento alle novità e che quindi ho sentito parlare in ogni dove della serata grandfooding a Milano e come addicted alle cose nuove e soprattutto alle cose buone sono stato uno dei primi a prenotare.

    Prenotazione per 2 fatta a metà settembre, mi sono preparato, ed ho preparato la mia ospite, ad una serata indimenticabile. Grandi chef, piccoli assaggi e quindi piccolo prezzo(un punto a favore a priori).

    Essenza del Grandfooding: grande cibo ma senza le costrizioni dell'etichetta.

    Dopo un mese, la mattina dell'evento leggo: 1500 prenotazioni più qualche biglietto per i primi ad arrivare.

    Primo brivido: stasera ci sarà troppa gente per essere indimenticabile soprattutto come intendevo io alla mia ospite.

    Fiducioso arrivo a destinazione(smadonnando perchè a Milano, la zona destinata agli eventi, non ha un parcheggio destinato) e mi accorgo che non è proprio una serata "per chi se ne intende".

    Ci timbrano la manina ed entriamo.

    Ogni banco si presenta allo stesso modo:

    Una fila interminabile di persone, per niente composte che aspetta un assaggino. Fra un assaggio ed un altro potrebbe passare anche un'ora e c'è l'impossibilità, se non si è numerosi, di approviggionarsi di liquidi per addolcire l'attesa per non perdere il posto.

    Unico banco senza coda, al quale mi sono fiondato col sorriso sperando di rialzare le sorti della serata, perchè la mia dama si aspettava di essere giustamente servita e riverita(se ad una persona la inviti con largo anticipo per una bella serata, minimo si aspetta un ricchi premi e cotillons), proponeva tartarre di non cosa, letteralmente immangiabile, immngaibile non per me ma per tutti visto che non c'era nessuno.

    Per farla breve, atmosfera da sagra , ma soprattutto organizzazione pessima, perchè se prevedi di vendere 1500 ingressi organizzi la cosa in modo che la gente possa usufruire di quanto ha pagato se ne ha voglia.

    Risultato tanta gente, me compreso, andava via senza provarci. Cercavo un'esperenza particolare non spendere 25 euro e poi andare al ristorante di fianco.

    NOn capisco come tu abbia fatto ad arrivare alla sfoglia di nocciole subito accanto…..

    E' uno sfogo il mio ed è capitato che scrivessi qui per caso, però bisognerebbe essere più oggettivi, altrimenti la prossima volta ci proporranno di peggio ed ad un prezzo maggiore.

  2. Ciao MrG,

    purtroppo vedo il tuo commento solo ora.

    Sono d'accordo con te sull'organizzazione: le file si formavano a destra e a manca senza ordine con gente che superava senza ritegno.

    Ho voluto raccontare in realtà solo i piatti che ho assaggiato, perché ho potuto provare le prelibatezze di chef che non avrei incontrato altrove e, nonostante la stanchezza, sono stata contenta di quello che ho assaggiato.

    Io sono arrivata presto, è per questo che sono riuscita ad assaggiare quasi tutti i piatti.

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