Com’è che ci dicevano i prof. alle medie? Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Lì per lì non ci pensi – hai di meglio da fare: disegnare mostri e trappole micidiali sui bordi dei libri, prima, guardare con occhio diverso le ragazze o i ragazzi, poi – ma quando ci arrivi da solo, che la Terra dove viviamo ha sempre lo stesso peso (sì, d’accordo è la massa, ma semplifichiamo. Ma come, nonostante le robe che costruiamo e distruggiamo? Nonostante ora siamo in più di 6 miliardi? Sempre lo stesso peso? Sì – e però i satelliti che abbiamo mandato in giro per lo spazio? Quelli li dobbiamo sottrarre, e le meteoriti che arrivano, quelle le dobbiamo aggiungere. Sì, ma non complichiamoci la vita) e in teoria anche l’universo, pure se dicono che è infinito, che si espande, che si restringerà, che si comporta come un’onda, che ce ne sono tanti e per ogni possibilità che si presenta ne nasce uno nuovo e noi viviamo in uno di quelli. Aiuto!
Tutto questo per dire che niente è perfettamente definito, niente è netto, statico, immutabile.
E la mostra Terre Vulnerabili – progetto di Chiara Bertola, curato con Andrea Lissoni – che inaugurerà giovedì all’HangarBicocca di Milano cerca di interpretare un tema – la vulnerabilità (individuale, della specie (umana), del mondo che ci circonda) – attraverso la mutazione.
Si tratta, in realtà, non di una mostra bensì di quattro mostre (quattro come le fasi lunari), che si susseguiranno per otto mesi, nascendo, crescendo, concludendosi l’una nell’altra.
Una collettiva nella quale gli artisti partecipanti presentano opere pensate proprio per gli spazi dell’HangarBicocca, opere anch’esse non statiche ma in trasformazione: fin dallo scorso settembre, infatti, gli artisti si sono incontrati ed hanno via via modificato le proprie opere adattandole a quelle degli altri.
In pratica – e questo è il bello – se vai a visitarla un giorno qualsiasi, il giorno dopo ci sarà qualcosa di leggermente differente. E il giorno dopo ancora, e così via. Oltre al fatto che anche tu che guardi non sei lo stesso di ieri…
Un bel cortocircuito: tante scintille per accendere curiosità, riflessioni, ispirazioni, nuove mutazioni.