The book is on the table

TUTTI I LIBRI DI RAYMOND CARVER

Questa settimana sul tavolo non c’è un libro soltanto. Questa settimana puntata speciale per uno scrittore che non può e non deve essere scoperto libro dopo libro. Con Carver non c’è un libro preferito. Non puoi dire di leggerne uno e lasciar perdere l’altro. O prendi tutto o niente.
O lo ami alla follia o lo lasci lì dove sta e passi oltre.

Non starò a parlarvi della sua vita o delle sue opere. Di saggi, articoli, blog che già ne parlano, con molta più autorevolezza di me, ne trovate quanti ne volete: il minimalismo, il successo arrivato tardi e la morte arrivata presto, l’alcool, la moglie Tess…
Vi racconterò invece cosa sono stati e cosa sono per me i suoi racconti e le sue poesie.

Carver per me è stato l’equivalente, su carta, di quella sensazione che provi nei rari momenti in cui ti senti un turista nella tua città. Avete presente?
Facciamo di tutto, quando andiamo da qualche parte, per non sembrare turisti ma quando, anche solo per qualche minuto, riesci a vedere quella luce, a sentire gli odori, i rumori di un posto che conosci come le tue tasche, della strada dove passi ogni giorno, della stazione dove hai preso 1000 treni, e la familiarità scompare: sei lì per la prima volta. Ma sai di non esserlo, e il fugace paradosso che stai vivendo è straniante e bellissimo. Rigenerante.

I racconti di Carver sono così. Ti fanno sentire un turista davanti ai tuoi pensieri, alle piccole, piccolissime azioni di ogni giorno. Tue o di chi ti vive accanto. E lo fanno attraverso dialoghi e descrizioni perfette. Perfette, né una parola di più né una di meno di quante sono necessarie. Come gli incantesimi, che se aggiungi, togli o sbagli anche una singola parolina combini un disastro oppure, ancora peggio, non succede niente di magico.
E la magia è che in 10/15/20 pagine ti sembra di conoscere i personaggi meglio dei tuoi migliori amici. Lui fa il suo incantesimo e ti butta lì storie altrui, riuscendo a rendere la complessità della loro, della sua e della tua vita in poche righe.

E se siete già stati carverizzati – perché c’è sempre qualcuno che ti carverizza (i miei carverizzatori sono stati Massimo Coppola quando faceva Brand:New su MTV, ed il mio amico Enea) – ditemi un po’… quante volte avete cercato di convincere i vostri amici a leggere tutti i suoi libri raccontando Cattedrale? E quante di queste volte siete impazziti nel rendervi conto che per quanto possiate essere bravi a raccontare, la magia, con altre parole, non riesce?
L’unica è tirar fuori il libro quando gli altri sono indifesi, inermi, stravaccati sul divano, a tarda notte, la mente in ascolto: allora lì, con voce calma, mettetevi a leggere.

Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente.
“E’ proprio fantastica”, ho detto.

co-fondatore e direttore
Mostra Commenti (3)
  1. hai scelto il mio scrittore preferito! <3

    carverizzata tanti anni fa dal mio migliore amico (che per il mio compleanno mi regalò "Se hai bisogno, chiama") adesso non riesco più a farne a meno.

  2. finalmente!

    Carver è un autore di cui parlano in pochi.

    Secondo me è proprio perchè non puoi prenderlo a "rate", nè puoi amarlo solo in parte.

    Io ho cominciato per caso con Se Hai Bisogno, Chiama – l'ho letto venti volte circa, e lo rileggerò – e poi e poi … e poi ero sua. Mi piace ogni parola che usa.

  3. Carver mon amour!
    Ho letto Cattedrale e poi è stata la mia rovina…uno dopo l'altro.

    (trovo fantastico il racconto del tipo che aveva un tacchino come animale domestico e la moglie teneva l'apparecchio ortodontico come soprammobile!)

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