7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Giulia Albasini.
Ciao Giulia, quanti anni hai, di dove sei e da quanto scatti foto?
Ho 29 anni e la mia casa è il mare, Genova. La mia prima macchina foto me l’ha regalata mio padre, era un Natale, ero adolescente. Una polaroid 600. Chissa dov è finito quello scatto? Lo ricordo ancora perfettamente: un ritratto di mia sorella che indossava il cappellino che regalammo a mio padre e che stava seduta sulle sue gambe. Credo siano passati 14 anni. Ricordo che da quel momento non scattai gran che, sebbene guardassi sempre con curiosità alle immagini fotografiche, finché un’estate, lavorando come cameriera in un stabilimento/ristorante, un signore mi fece scoprire Henri Cartier-Bresson. Da quel momento ho cominciato a comprare macchine fotografiche, rigorosamente con pellicola. Oggi non credo che sarei in grado di fare una foto con una digitale, ho davvero un grande limite. Ma che vuoi fare? Per me il momento dello scatto è davvero un rito: caricare la macchina, mirare, trattenere il fiato e poi quel rumore, quel click, che cambia da macchina a macchina. Poesia.
La tua attrezzatura?
Fra le poche macchine che ho collezionato nel corso degli anni senza ombra di dubbio quella che prediligo e con cui oggi faccio la maggior parte dei miei scatti, la comprai a 21 anni. Lavoravo in un negozio fotografico nel periodo natalizio. Quando mi pagarano, non ci pensai un attimo, sapevo quello che volevo: Nikon fm2. L’ottica, un fisso 50 mm, mi fu regalata da uno dei proprietari del negozio. Non ho mai sostituito l obiettivo, tengo sempre montato quello.
Cosa fai quando non fai foto?
Mi guadagno da vivere come segretaria per un primario, in ospedale. Vado a danza. Leggo, guardo film, vado ai concerti, faccio festa con gli amici.
E’ questo quello che faccio quando non faccio foto.
Descrivimi la tua stanza.
La mia stanza è rosa ciclamino. Piccola, accogliente, calda, colorata. Ridondante di piccoli oggetti. Una locandina appesa – ricordo di una mostra di HCB sulla Russia – una cartolina sempre di una mostra (un illustatore, Angelo Ibba, genio: ha preso dei passaporti vecchi e ci ha fatto delle illustrazioni marinaresche sopra). Luci di Natale che illuminano una piccola libreria sovraccarica di letteratura classica e libri fotografici. Una piccola casetta di legno appesa ad una parete vuota. Un letto. Un tessuto vintage a fare da tenda. Un vecchio specchio dalla cornice dorata e un comodino.
La tua macchina fotografica pesa quanto…
Alle volte troppo.
Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Nel mio immaginario la mia vita ora come ora vorrei fosse come quella di Mary Poppins. Arrivare, prendersi il proprio ruolo e portarlo a termine all’interno di una cornice piena di fantasia e serenità.
Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Direi Marina Rosso e Claudia Zalla.