The book is on the table

BENVENUTI SU MARTE
Ken Hollings
ISBN Edizioni, 2010 | Amazon

Tra b-movies, le prime fondamenta di Scientology, LSD e nuove droghe da sperimentare, le comunità suburbane, il pulsante della fine del mondo sempre lì, a portata di mano, esperimenti atomici ovunque, tanto per vedere l’effetto che fa, la tentazione di testare allucinogeni sulla metro di New York, strani suicidi, la corsa allo spazio, i dischi volanti (vengono dalle stelle? dalle viscere della terra? sono dei russi?), Elvis, l’arrivo dei beatniks, Benvenuti su Marte oltre ad essere un saggio sull’America e le sue ossessioni negli anni del boom economico e dell’inizio della guerra fredda (1947-1959) è una sorta di atlante storico di una generazione, e lascia intravedere quella fitta e a volte assai bizzarra tela di connessioni che legavano (e legano spesso ancora oggi) agenzie governative e registi, scienziati pazzi e personaggi della controcultura.

Unica pecca: raccontata in maniera cronologica – ogni anno un capitolo – la storia si fa spesso un po’ troppo complicata da seguire, per via di una selva di “personaggi”, più o meno ricorrenti, che fai fatica a ricordare (ovviamente quando non sono famosi come Nixon, Ginsberg o Hofmann) e che vanno e vengono, sulle pagine, con l’autore – Ken Hollings, saggista e romanziere inglese che potete seguire anche sul suo blog – che dà troppo spesso per scontato che tu, lettore, te li ricordi tutti.

Il libro è di quelli pensati per essere letti d’un fiato. Cosa che non ho fatto, trascinandomelo dietro per più di un mese, buttandolo giù come un cracker, a pezzi, durante viaggi in treno, usandolo per far addormentare mia figlia (leggendolo, non dandoglielo in testa), trattandolo come passatempo easy tra un capitolo e l’altro della complicatissima, ennesima opera pop di Pynchon Contro il giorno, con il quale Benvenuti su Marte è collegato attraverso un personaggio comune, Nikola Tesla, che come “scienziato pazzo” non aveva nulla da invidiare a quelli dei film (a proposito di film, il libro potete benissimo usarlo anche come b-movie guide, tanti ce ne sono citati).

E se guardate Mad Men leggetevi questo libro: si conclude lì dove inizia la serie e, in qualche strano modo, ne è il prequel perfetto.

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