Dovrebbero usarlo per una campagna contro l’abbandono degli animali, il cagnolone triste qua sopra. E’ fatto di cartone ma ha uno sguardo che non ti dimentichi.
E’ opera di Serena Balbo, una delle illustratrici che hanno dato vita a pARTello!, un’inaugurazione itinerante che da mercoledì a sabato scorso ha riunito diversi locali di via del Pratello, (qui) a Bologna.
Il Pratello – come viene chiamato dai bolognesi, veri o d’adozione – è una via del tutto particolare, ultimo spettro della Bologna che fu, cuore pulsante di emozioni vecchie e nuove, a volte un po’ patetiche, altre divertenti, altre ancora scintille di fulmini di là da venire. Se abiti a Bologna ed hai dei coinquilini, qualcuno sicuramente sarà al Pratello ogni sera (2 probabilità su 5 che sarà ancora lì tra 10 anni), qualcun altro lo eviterà con l’abilità di un gatto.
Per un motivo o per l’altro io sono fuori gioco: né fanatico, né denigratore. Certe volte un giro al Pratello è l’unica soluzione per un buon numero di problemi e la città ha bisogno di un posto dove chi sta in strada ha l’impressione di stare a casa di qualcuno, e chi ci abita ha l’impressione di stare in strada.
Incredibile però che una via che è quasi uno stereotipo da Monopoli non partecipi in qualche modo ai grandi eventi della città. Perché se una sezione del Motor Show al Pratello è alquanto improbabile (ma potrebbe essere uno spettacolo allucinante e degno di essere raccontato da Hunter S. Thompson) un evento come la Fiera del Libro per Ragazzi, insieme a Bolibrì, è invece l’occasione perfetta per lanciare un’iniziativa come pARTello!, che mira a fare cultura unendo risorse e potenzialità di una via ad alto contenuto umano e costellata di locali in ogni dove.
Con la speranza che l’esperimento si possa ripetere, ecco – dopo il salto – il mio piccolo viaggio attraverso le inaugurazioni (che sono riuscito a vedere, purtroppo non tutte).
SERENA BALBO
www.serenabalbo.com
Incredibili le sue illustr-installazioni fatte con carta, cartone, specchi e pietruzze. Ci passavi davanti e ti sembrava di entrare in una fiaba. Avrei voluto portare mia figlia perché sarebbe impazzita (e probabilmente avrebbe distrutto qualcosa) e non posso non immaginare un personaggio in formato gigante appeso in camera sua.
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ESTER GROSSI
www.myspace.com/estergrossi
So che mi ucciderà per aver messo la sua foto ma il suo American Dream, dalle atmosfere molto à la Tim Burton di Edward mani di forbice, non può prescindere dal suo personaggio.
Mi spiace soltanto aver fatto poche foto utilizzabili: ho aperto troppo la bocca per bere e parlare e poco gli occhi per scattare.
Ad ogni modo guardatevi le sue opere su Flickr!
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ANNA CICCOTTI
Pittrice ed illustratrice, Anna è alla sua prima mostra e presenta una serie di tavole ispirate ad Hansel e Gretel.
Stile molto old-school, denso, efficacissimo per scavare negli incubi di quando eri bambino (e per quanto mi riguarda, feticista del marzapane, quindi decisamente a rischio incubi: per lo zucchero e per la strega).
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IVANA STOYANOVA
26 mini quadri per altrettante, animalesche, lettere dell’alfabeto.
E se c’è una cosa di cui non potrò mai stancarmi, quelli sono gli alfabeti.
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AGNESE BARUZZI
Presenta i suoi collages dove unisce vecchio e nuovo.
E’ figlia di un tipografo e di una bibliotecaria, e si vede.
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MARCO FELICIONI
www.studiodronio.com
Il lato più emo del pARTello!
I miei gusti sono da tutt’altra parte ma Marco è davvero bravo.
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TAMAI
La grafica è funzionale alla storia, e la storia è una di quelle che ti dà un cazzotto sullo stomaco (e ti lascia un filo di speranza)
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FRANCA BONAZZA – METALLINA
www.francabonazza.com
Gioielli in forma di fiaba, realizzati dalla jewelry designer bolognese Franca Bonazza su illustrazioni di Carlo Carota.
Alice e il Paese delle Meraviglie ha già decisamente stancato. E’ ora di tirar fuori cappuccetto rosso.