Credo di essere rimasta l’unica nata dopo gli anni Settanta che si asciuga ancora i capelli introducendo la sua testolina all’interno di un casco fabbricato nei suddetti anni o anche prima. In realtà oramai l’ho abbandonato anche io, dato che qualche mese fa ho detto good bye ai ricci (ma non ai capricci!) e mi sono momentaneamente convertita al liscio. Il problema è che nessuno se la sente di buttare via il fedele compagno di messe in piega di ben tre generazioni (mia nonna, mia madre e la sottoscritta); ci passi davanti e te lo trovo lì a fissarti sconsolato, cosciente del suo pensionamento per raggiunti limiti di età e di servizio.
Per fortuna ho trovato una soluzione per continuare a tenerlo con noi senza rischiare di rimanere affumicate al suo interno: lo affiderò alle sapienti cure di Altrosguardo, un team di designer che, come dice il nome stesso, crea presupposti e storie nuove ri-processando memorie. Prende oggetti a cui siamo legati, con un vissuto alle spalle, e li decontestualizza, dando loro un’identità e una funzione completamente nuove.
Insomma un modo intelligente e utile per evitare di doversi liberare di vecchi elettrodomestici, complementi d’arredo e tutto ciò che ha esaurito (apparentemente) il proprio potenziale ma a cui siamo legati da ricordi ed esperienze e da cui è difficile separarsi perché sarebbe come buttare via un po’ di noi.
Caschi per capelli simili al mio ora sono colorate lampade d’arredo, vecchi phon si sono trasformati in strane creature luminose; c’è poi il calcio balilla che dopo esser stato territorio di agguerrite sfide, “ha messo la testa a posto” ed è diventato un tavolo o la sedia anch’essa trasformatasi in lampada.
Se avete in programma una visita al prossimo Salone del Mobile, potrete trovarci anche Altrosguardo, che esporrà presso il padiglione “Salone Satellite”.
