Cosa c’è nel nuovo numero di Pressing Matters

Nato nel 2017 con l’idea di esplorare il piccolo universo delle arti della stampa, focalizzando l’attenzione sulle realtà indipendenti di tutto il mondo, sulle tecniche tradizionali come la serigrafia, la xilografia, la collografia, la calcografia, l’incisione, e su quelle relativamente nuove come la stampa risograph, Pressing Matters è un magazine che da allora esce a un ritmo di un numero ogni tre mesi — o giù di lì —, andando pian piano a mappare questa nicchia piena di fermento attraverso articoli e interviste che hanno lo scopo di far conoscere le persone che stanno dietro ai progetti più interessanti, raccontare le loro storie, mostrare i loro lavori, parlare delle tecniche, dei metodi e delle ispirazioni.
Le uscite non sono strettamente tematiche, ma il fondatore, il designer britannico John Coe, ama tessere (o scovare) una sorta di filo rosso capace di legare i contenuti di ogni numero.

In Pressing Matters n.23 il concetto che fa da collante alle 100 coloratissime pagine è la cooperazione: troviamo quindi collettivi, coppie creative, collaborazioni più o meno continuative.
«Due paia di mani sono meglio di una, giusto?» domanda Coe. «Bene, l’idea di collaborare o lavorare collettivamente non è sempre una scelta ovvia quando si fa arte — alcune persone farebbero di tutto per non dover condividere il proprio processo con un altro [Coe usa l’espressione “run a mile”, che in inglese indica proprio la riluttanza a fare qualcosa o a essere coinvolti in qualcosa, tentando di tutto per evitarlo — anche, appunto, “correre un miglio”, ndr] — tuttavia, questa edizione è piena di storie di persone che fanno insieme cose più grandi e migliori.

Protagoniste e protagonisti di questo numero sono All Star Press (USA), Bruno Press (USA), Philip Cartland (UK), Jessie De Salis (UK), Anine Hansen (Norvegia), Jonathan Lawes (UK), Emma Lawrenson (UK), Mark Lord (UK), Gail Mason (UK), Lindsey Moran (UK), The Printing Girls (Sudafrica) , Eduardo Robledo (Messico), Stephanie Santana (USA), David Schmitt (Germania), Pearlyn Tan (USA), Katya Timoshenko (UK)  e Two Lovers Printmaking (Lettonia: il duo è formato da Emil Salmins e Rūta).
Che decidiate di acquistare o meno la rivista (questi contenuti in pdf gratis con una selezione di articoli potrebbero informare meglio la vostra scelta), andate a guardarvi i loro progetti. Ne vale la pena.