Oggi ricercatissime in tutto il mondo, le porcellane giapponesi Kutani hanno una lunga storia alle spalle.
Caratterizzate da colori accesi e disegni dal tratto deciso che coprono quasi interamente la superficie, prendono il nome dal villaggio di Kutani, oggi parte del nucleo urbano di Kaga, che si affaccia sul Mar del Giappone, nella prefettura di Ishikawa. In quelle aree, nel ‘600, furono rinvenuti giacimenti naturali di caolino e quarzo, che spinsero il clan che governava la zona a far costruire due forni per la ceramica. I pezzi prodotti, tuttavia, non erano della qualità desiderata, così un membro del clan, Gotō Saijirō, fu inviato per un periodo di apprendistato ad Arita, cittadina rinomata per le sue porcellane. Al suo ritorno, Saijirō trasformò la produzione locale, creando uno stile oggi conosciuto come ko-Kutani, cioè “vecchio Kutani”.
La creazione di questo tipo di porcellane andò avanti per più di mezzo secolo, poi si interruppe improvvisamente, per ragioni ancora ignote, attorno al 1730.
A riprendere in mano la tradizione fu, nei primi dell’800 un gruppo di vecchi ceramisti del medesimo clan. Questi rinnovarono lo stile, che venne appunto ribattezzato saikō-Kutani (“Kutani rinnovato”), ancora oggi diffuso nella prefettura di Ishikawa, dove lavorano anche i due maestri protagonisti di un video — prodotto da Aoyama Square, negozio e galleria d’arte di base a Tokyo che promuove il meglio dell’artigianato giapponese — nel quale viene mostrato tutto il lavoro che c’è dietro.
Loro sono Gotaro Azuma, che da decenni si occupa di produzione di porcellane e ha ereditato l’attività da suo padre, e Buzan Fukushima, pluripremiato artista ceramista, che nel filmato mostra la sua incredibile abilità nel dipingere a mano ogni singolo pezzo.
