Un video mostra il processo di conservazione di un arazzo medievale della collezione del Met Museum

Aperta nel 1938, The Cloisters (cioè “i chiostri”) è una sezione distaccata del Metropolitan Museum di New York. Ha sede a Fort Tryon Park, nella zona nord-occidentale dell’isola di Manhattan, e ospita quella che è considerata una tra le più importanti e complete collezioni di arte medievale e bizantina del mondo.
Qui sono conservati i cinque arazzi superstiti dei nove che originariamente componevano la serie dei cosiddetti Nine Heroes Tapestries. Si tratta di opere gigantesche, realizzate intorno al 1400 negli odierni Paesi Bassi, che raffigurano appunto nove eroi storici o leggendari: tre della tradizione classica (Ettore di Troia, Alessandro Magno e Giulio Cesare), tre di quella ebraica (Giosuè, Davide e Giuda Maccabeo) e tre di quella cristiana (Re Artù, Carlo Magno e Goffredo di Buglione).

Acquisiti tra il 1932 e il 1947, gli arazzi — che negli antichi castelli non avevano solo funzione decorativa ma servivano anche per isolare gli ambienti dal freddo e dall’umidità — nel corso dei secoli avevano subito molti rimaneggiamenti. Al museo arrivarono in quasi cento frammenti, poi ricostruiti grazie al certosino lavoro di quattro ricamatrici assunte per l’occasione (tra l’altro due di loro erano da poco immigrate negli Stati Uniti: qui sono raccontate, in breve, le storie di tutte e quattro).

Essendo rovinati dal tempo, ma anche molto delicati, gli arazzi sono tutt’altro che semplici da restaurare e conservare. Tuttavia il museo ha recentemente deciso di intraprendere la lunga e complessa opera di ripulitura, riparazione e stabilizzazione delle opere. Sotto la guida di Kathrin Colburn e Kisook Suh, entrambe restauratrici specializzate in arte tessile, la squadra di lavoro del Met ha iniziato dall’arazzo di Re Artù, unico sopravvissuto della serie degli “eroi cristiani”.
Era dal suo arrivo al museo, negli anni ’40, che l’opera non veniva pulita e riparata, e l’impresa ha richiesto molto tempo ed enormi dosi di pazienza.

Tutto l’affascinante processo è stato documentato e viene mostrato in un video, Conserving the King Arthur Tapestry, in cui ogni passaggio è ben spiegato, dal difficile lavaggio (serve ovviamente un’enorme vasca) fino alle riparazioni, realizzate con tessuti moderni, tinti seguendo le centinaia di “ricette” conservate negli archivi del museo.

Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
Fotogramma del video “Conserving the King Arthur Tapestry”, The Met, 2022
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