Gera ’na volta: un libro illustrato raccoglie le favole e i racconti popolari di due comuni al confine tra Friuli e Veneto

Nel 1956 usciva per Einaudi la celebre raccolta Fiabe italiane di Italo Calvino, che metteva insieme ben 200 storie delle nostre tante tradizioni dialettali — dalla riviera ligure ad Acireale —, tradotte in italiano dal grande scrittore.
Nella lunga introduzione, in cui spiegava la genesi dell’opera e soprattutto il suo approccio — dapprima spaventato ma temerario, quasi incosciente, poi distaccato, e in seguito maniacale finché, finalmente, definitivamente conquistato dal suo oggetto di studio — Calvino scriveva: «Ora che il libro è finito, posso dire che questa non è stata un’allucinazione, una sorta di malattia professionale. È stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo, quell’unica convinzione mia che mi spingeva al viaggio tra le fiabe; ed è che io credo questo: le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi d’un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano. E in questo sommario disegno, tutto: la drastica divisione dei viventi in re e poveri, ma la loro parità sostanziale; la persecuzione dell’innocente e il suo riscatto come termini d’una dialettica interna ad ogni vita; l’amore incontrato prima di conoscerlo e poi subito sofferto come bene perduto; la comune sorte di soggiacere a incantesimi, cioè d’essere determinato da forze complesse e sconosciute, e lo sforzo per liberarsi e autodeterminarsi inteso come un dovere elementare, insieme a quello di liberare gli altri, anzi il non potersi liberare da soli, il liberarsi liberando; la fedeltà a un impegno e la purezza di cuore come virtù basilari che portano alla salvezza e al trionfo; la bellezza come segno di grazia, ma che può essere nascosta sotto spoglie d’umile bruttezza come un corpo di rana; e soprattutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante cose, l’infinita possibilità di metamorfosi di ciò che esiste».

“Gera ’na volta”, 2022
L’illustrazione di copertina è di Upata
(courtesy: Creazioni Indigeste)

Quell’“e in questo sommario disegno, tutto” — che è poi una delle più belle etichette che si possano appiccicare all’enorme e ricco apparato fiabesco italiano, nonché il titolo perfetto per una futura raccolta, semmai dovesse essercene una — ha fatto da guida a un recente progetto dedicato proprio alla riscoperta della tradizione di racconti popolari, favole e leggende nate in un piccolo territorio, un territorio di confine, quello che comprende appena due comuni, Pasiano e Azzano Decimo, entrambi in provincia di Pordenone, pochi chilometri quadrati che ospitano meno di 25mila anime, giusto sul confine col Veneto.

«Troppo veneti per i friulani e troppo friulani per i veneti, in una zona dove la lingua più parlata non è il talian, l’italiano, ma bensì il dialetto. Queste due cittadine, come tutte le altre lungo il fiume Livenza che marca il confine tra il Friuli e il Veneto, tra il XVII e il XIX secolo hanno visto il passaggio dalla parlata friulana al cosiddetto veneto rustico, ma che ha conservato sfumature della marilenghe (“lingua madre” in friulano): un ibrido che fece coniare ai veneti “autoctoni” dell’epoca l’adagio ancora oggi in voga “Dime mona, dime can, ma no furlan”» spiegano David Benvenuto e Marco Tonus, che hanno coordinato Gera ’na volta, una bella iniziativa che si è sviluppata innanzitutto nella scelta e nella raccolta dei racconti della tradizione orale contadina del luogo.

“El Massariol”, illustrazione di Marco Tonus
(courtesy: Creazioni Indigeste)
“I Framassoni”, illustrazione di Marco Tonus
(courtesy: Creazioni Indigeste)

Sono storie brevi e storie lunghe, che Tonus e Benvenuto — fumettista e autore satirico il primo, autore audiovisivo, radiofonico ed editoriale il secondo, insieme già fondatori della rivista Mataran — hanno scovato con l’aiuto di studiose e studiosi, oltre che di cittadine e cittadini del territorio. Dopo averle trascritte in dialetto (con la consulenza del professor Pier Carlo Begotti, esperto di lingua e letteratura friulana) le hanno poi tradotte in italiano, per affidarle infine a circa venti tra illustratrici e illustratori — dal Friuli e non solo — che hanno regalato una dimensione visiva ai racconti.
«Fiabe, storielle, leggende racconti con re, streghe, animali parlanti, bambini scaltri o pasticcioni si alternano nelle visioni da maestri come Giuseppe Palumbo, Luca Salvagno, Francesca Ghermandi, Marilena Nardi, Martoz, Alessio Spataro e Laura Camelli» affermano Benvenuto e Tonus, «passando per una squadra di matite regionali tra cui lo stesso Marco Tonus, Massimiliano Gosparini, Dimitri Fogolin, Susanna Rumiz, Sara Michieli, Gianluca Maconi, Fabio Rodaro, Pietro Nicolaucich, Upata, Federico Gardin, Alessio Rizzo nonché alcuni disegnatori al loro esordio sulla “grande tiratura” come Sofia Corsi, Pieralvise Santi e Jacopo Fagiani, che ha realizzato una mappa dei due comuni».

Supportato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che promuove la valorizzazione delle comunità linguistiche, e da diverse aziende del territorio, il progetto si è concretizzato in un libro, intitolato appunto Gera ’na volta, prodotto dall’associazione Creazioni Indigeste.
Arricchito dalla postfazione del celeberrimo fumettista e youtuber Sio, è un cartonato di 72 pagine, presentato pochi giorni fa e donato a tutte le alunne e gli alunni delle scuole primarie di primo grado dei due comuni coinvolti.
Il volume lo si potrà recuperare nella mostra organizzata presso il Parco ai Molini di Pasiano, visitabile il 4/5/11/12 giugno dalle 15.00 alle 17.00.

“La bestiata”, illustrazione di Sara Michieli
(courtesy: Creazioni Indigeste)
“Piereto”, illustrazione di Alessio Rizzo
(courtesy: Creazioni Indigeste)
“Le vintiquatro fie”, illustrazione di Sofia Corsi
(courtesy: Creazioni Indigeste)
“I do cani”, illustrazione di Fabio Rodaro
(courtesy: Creazioni Indigeste)
“Le sete scoredhe”, illustrazione di Luca Salvagno
(courtesy: Creazioni Indigeste)
“I oci dele piere”, illustrazione di Federico Gardin
(courtesy: Creazioni Indigeste)
Mappa di Pasiano e Azzano, illustrazione di Jacopo Fagiani
(courtesy: Creazioni Indigeste)
Illustrazione di Upata
(courtesy: Creazioni Indigeste)
Un messaggio

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