Cosa c’è nel 18º numero di Pressing Matters

Se c’è una piattaforma capace di dimostrare quanto solidale, generosa, appassionata e di gran cuore sia la comunità di coloro che lavorano e si esprimono attraverso le arti della stampa — da chi incide a chi fa serigrafia, da chi adopera i caratteri mobili a chi produce timbri fatti a mano — quella è Pressing Matters, rivista indipendente focalizzata sulle tecniche di stampa tradizionali, fondata nel 2017 e da allora intenta a scoprire, raccontare, mostrare alcune tra le più interessanti realtà a livello internazionale.

Il magazine — ormai da considerarsi alla stregua di un organo ufficiale di una società senza frontiere fatta di pari — negli ultimissimi tempi ha avuto un po’ di difficoltà a uscire nei tempi programmati, ma vedere il grandissimo supporto che sta ricevendo il fondatore — il designer britannico John Coe, che sta lottando con alcuni problemi di salute (lui stesso l’ha dichiarato apertamente su Instagram) — ridà un po’ di speranza nell’umanità. Stampare rende migliori? Non è da escludere. Fino a prova contraria ci piace pensare che sia così, dunque consigliamo a tutte e a tutti di acquistare questo o gli altri numeri della rivista, che ha l’incredibile potere di mettere addosso a chiunque la voglia di rimboccarsi le maniche e andare a comprare lastre di linoleum, rulli e sgorbie, o di fabbricarsi in casa un telaio da serigrafia.

Tornando al nuovo numero di Pressing Matters, tra le 100 pagine c’è spazio per interviste, visite negli studi e nei laboratori, questioni tecniche e tanti, tantissimi spunti creativi.
Protagoniste e protagonisti sono Sivan Baron, Jac Batey, Belfast Print Workshop, Laurence Briat, Claire Cartwright, Olivia Christen, Alberto Cruz, Csil, Ciro Fernandes, Brenton Good, Steven Hubbard, Lisa Hunt, Ysidro Pergamino, Christopher Pig, Claire Spencer, Kristina Thun, Kristina Uhráková e Katharen Wiese.