Quand’è che si comincia a diventare collezionisti e, soprattutto, catalogatori compulsivi?
Io penso da piccoli. Personalmente, da bambino, quando chiedevo un libro, era quasi sempre un libro scientifico. Ne avevo sui pesci, sugli uccelli, sui rettili, sui dinosauri. E poi sulla storia antica, che mi affascinava molto, sugli insetti, sulle farfalle, sui minerali. E sull’astronomia.
Quando pensavo a come sarebbe stata un giorno casa mia, la immaginavo più o meno come un museo di storia naturale, con teste di animali appese ai muri, teche pieni di coleotteri e, ovviamente, la sala delle corazze (insomma, mi vedevo come una specie di Bruce Wayne).
Se Unico nel suo genere di Neil Packer fosse uscito allora, credo che lo avrei adorato.
Il libro comincia con il presentare il suo protagonista, Arvo. Poi ci introduce all’albero genealogico della sua famiglia. E quello del suo gatto, Malcolm.
Dopo aver catalogato i gatti, si passa al regno animale, di cui gli esseri umani rappresentano una minima parte. Poi tocca ai mezzi di trasporto, alle nuvole e agli edifici. Tutto, come recita il sottotitolo, può essere catalogato. E può esserlo in vari modi. Si possono suddividere gli edifici in base al loro utilizzo o all’età che hanno, oppure in base al materiale di cui sono fatti.
Di ogni elemento che compone la normalissima quotidianità del bambino protagonista, il libro ci mostra tutto un mondo, fatto di specie e di tipi diversi. Dalle mele agli strumenti musicali, dai formaggi, all’arte, tutto si può classificare e soprattutto conoscere e apprezzare.
Per me, è già uno dei libri più belli tra quelli usciti quest’anno.
Dal 22 marzo al 30 aprile, presso Zoo, in Strada Maggiore 50/A a Bologna, potete visitare la mostra di Unico nel suo genere, organizzata da Camelozampa in collaborazione con Hamelin.