La “voce” delle fotocamere

Da diversi anni, parallelamente alla costante dematerializzazione dei processi di produzione delle immagini, si è fatto largo un crescente desiderio di preservare suoni e gestualità tipiche dell’uso di oggetti e strumenti che via via stanno diventando obsoleti. Tra nostalgia e necessità di documentazione, sono sempre di più le iniziative che si propongono di catalogare i suoni che prima o poi scompariranno: una su tutte, il progetto tedesco Conserve the Sound, dove troviamo registratori a cassetta, proiettori di diapositive, macchine timbracartellini, macinini da caffè, macchine per scrivere e tante fotocamere, che, sebbene per ora resistano, è pur vero che nell’uso di massa sono ormai state perlopiù sostituite dagli smartphone.

A voler conservare le “voci” delle fotocamere c’è anche chi le usa quotidianamente, come il fotografo shanghaiese Sails Chong, che in un recente video ne ha filmate e registrate 18, ciascuna coi propri tipici suoni.
Purtroppo c’è un base musicale — si tratta di Photograph (ovviamente!) degli Arcade Fire — quando invece sarebbe stato meglio il silenzio, riempito solo dai decisi, peculiari rumori delle meccaniche di questi straordinari strumenti.

Questo è il registratore
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