Durante la mia infanzia, i lunghi viaggi in macchina non sono mai mancati. Per allenare la mia pazienza e non cadere dopo un paio di ore nella fatidica domanda «quanto manca?», sono diventata ferratissima in tutti quei giochi che si potevano fare assieme per ammazzare il tempo. Il mio preferito, che ammetto di fare ancora oggi con me stessa o con amici, era quello di indovinare la città partendo dalla sigla presente sulla targa delle macchine che incontravamo lungo la strada. Capivi di essere grande quando non ti limitavi più a quelle italiane, ma ti interrogavi anche su quelle straniere.
Giulia Zoavo, illustratrice italiana con base a New York, con il trasferimento e l’esplorazione degli States, ha invece scoperto di avere una passione per le targhe americane e nel suo progetto, Italian Plates, prova a immaginare come sarebbero le nostre se si assomigliassero di più. Abituati ad uno sfondo bianco e due strisce laterali azzurre, ogni targa diventa adesso un’esplosione di colori, paesaggi, nickname, simboli e animali, come nella tradizione americana.
La serie, inoltre, non racconta solo della creatività di Giulia, ma anche di alcuni aspetti della sua vita, come il fatto di essere divisa tra due paesi, di avere un passato nel mondo della grafica e un presente in quello dell’illustrazione e anche una certa passione per i giochi di parole. Guardatele bene, in ogni targa c’è sempre un riferimento culinario, perché in fondo la parola inglese plates si traduce bene nella nostra lingua anche come piatti.
Quando mi ha raccontato il progetto, Giulia mi ha detto che non lo ritiene concluso così: in cantiere c’è infatti in programma di stampare su metallo le sue creazioni e esporle in una mostra, ma soprattutto di esplorare anche altri paesi europei, magari questa volta andando stato per stato.
In attesa del prossimo viaggio in macchina, c’è decisamente da divertirsi con le targhe di Giulia.