Ci sono molti modi per avvicinare i bambini all’arte e le case editrici curano specifiche collane per far sì che questo magico incontro avvenga in maniera entusiasmante e prolifica.
Oggi vorrei parlare di una collana in particolare e cioè della collana LibArte, all’interno della realtà editoriale LibriVolanti.
Si ricorderà fra le altre pubblicazioni presenti a catalogo il bellissimo Monsieur Magritte, opera di Francesco Chiacchio e Lilith Moscon.
Ma non è questo il libro del quale mi piacerebbe incuriosire i lettori di Frizzifrizzi.
È appena stato editato un altro titolo a firma Teresa Porcella e Giorgia Atzeni, Danzando con l’arte, che, come ci lascia presagire dal titolo, offre un nuovo approccio all’incontro con l’arte in una sfrenata irrequietezza gioiosa che è anche scoperta di un mondo portatore di bellezza, forme, colori, fantasmagoria e curiosità.
In un museo si deve entrare composti, ma ciò non vuol dire osservare passivi e magari un po’ annoiati. Tutt’altro. Si può essere animati da uno spirito assolutamente diverso. Libero e giocoso, partecipe ed emozionante, coinvolgente, in pieno respiro munariano.
È questo che il libro auspica, affermando in maniera diretta e precisa che con l’arte si può arrivare addirittura a danzare. Ma per poter mettere in moto il gioco occorre un aiuto, una scintilla, che inneschi il meccanismo di questo libro. Ci vuole battito, ci vuole tempo, scansione e allora arrivano puntuali le rime di Teresa Porcella che cadenzano il ritmo della danza. Che sia forsennata o classica, moderna o tip tap il disegno di Giorgia Atzeni è pronto a rappresentarlo in tutte le sue declinazioni.
È una gioia poter leggere i giochi sintattici di Teresa Porcella e poi seguire le evoluzioni dei bambini che ora sdraiati, ora a volo d’angelo, ora serafici con racchetta in mano, ora in posizioni da yogi consumati si stagliano di fronte ai dipinti e alle variegate opere d’arte del nostro secolo.
Da Picasso il rivoluzionario, con le sue donne dai visi a forma di caffettiera, a Warhol, a Matisse, passando per la geometria di Paul Klee, Kandinsky e Mirò. Per poi felicemente muoversi sinuosi accanto a Josef Albers e Sonia Delaunay. A trovare un equilibrio proprio come Elsworth Kelly.
È un piacere scorrere le pagine e scorgervi i mobiles e il piccolo circo di Calder. E poi, ancora, paragonare bianco e nero a colore, attraverso l’opera di Rothko e di Franz Kline. Scoprire il ritmo nel ritmo col metronomo di Man Ray e le tracce di Capogrossi. E poi le forme di Costantino Nivola e Alberto Giacometti, ad indagare corpo e materia.
L’opera d’arte può essere anche attraversata oltre che osservata, ce lo mostrano una scultura di Barbara Hepworth e il taglio della tela di Lucio Fontana. L’arte può farsi trama complessa, come quella fitta di Maria Lai, o intersezioni come quelle più composte ma ugualmente articolate di Anni Alberts. L’arte può essere ripetizione come per Dadamaino o Yayoi Kusama. Ma può essere anche improvvisazione e casualità proprio come il ballo (vedi Jean Dubuffet, Kurt Schwitters). E così via, in una giostra incantevole di energia, colori e conoscenza.