La fotografa russa Julia Potato è specializzata in still life, ma le nature morte che ha trovato sulle spiagge di Tenerife, durante un viaggio nelle Canarie, le ha dato la spinta per realizzare quello che — nonostante i colori brillanti e l’apparente gioiosità delle composizioni — è in realtà il suo progetto più triste.
Intitolato Sad colours of the ocean, è stato realizzato mettendo insieme frammenti di plastica portati dall’oceano.
Com’è noto, ci sono diverse “isole di plastica” nei nostri oceani, la più grande delle quali — la Pacific Trash Vortex — è dislocata nel Pacifico.
La cosiddetta North Atlantic garbage patch, invece, si sposta in base e alle correnti marine e, in uno studio pubblicato dalla rivista Science nel 2015, si stima che ogni anno finiscano nell’Atlantico dai 4,8 ai 12.7 trilioni di pezzi di plastica.