Le Agiografie di Anita Scianò

Flagellate, lapidate, mutilate, affogate, stuprate, arse vive, dilaniate, decapitate: le cruente storie delle martiri venerate come sante dai cristiani sono — al di là dell’aspetto religioso — soprattutto storie di violenza: maschile, del potere, della società.

Ma prima del sacrificio in nome di una fede, e dell’aura divina che tale sacrificio ha indissolubilmente legato alle loro figure, le sante martiri sono state innanzitutto donne. Prima di diventare dei nomi sul calendario, prima di assurgere a protettrici di chi lavora e patrone di città e paesini, prima di cristallizzarsi in statue, figurette e souvenir, sono state creature complesse, vitali, affascinanti nelle loro scelte umane prima ancora che — per chi crede — nell’ispirazione celeste.

Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)

«Oggi le chiamiamo martiri. Ma prima della scelta del martirio c’è stata un’infanzia, ci sono state delle idee, dei pensieri e delle azioni partorite alle volte con fatica, altre con spontaneità. Ognuna di loro aveva una famiglia da cui spesso è stata ripudiata. Molte di loro hanno perso tutto per testimoniare ciò in cui credevano», scrive Anita Scianò, fotografa toscana autrice di Agiografie, una piccola autoproduzione editoriale dedicata appunto alle sante martiri e alle loro storie.

Classe 1989, originaria di Prato ma oggi di base a Bologna, Scianò ha deciso di reinterpretare le protagoniste del suo progetto attraverso la fotografia istantanea, creando degli scatti sui quali è poi intervenuta con altri elementi — fiori, collage, paillettes, passamaneria — ispirandosi alla simbologia delle rappresentazioni artistiche delle sante.

Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)

«Ogni foto è scattata con la pellicola insta wide fuji e vuole racchiudere in una sola immagine la vita, la storia e i processi del martirio, mi piaceva che la pellicola fuji rimandasse all’idea del santino votivo. Su ogni foto ho fatto degli interventi materici dove ho disegnato, cucito, bruciato e incollato materiali diversi per arricchire la storia di ognuna, soffermandomi soprattutto sui dettagli di ogni martirio».

Sono 10 i ritratti che appaiono in Agiografie, ciascuno dedicato a una donna e accompagnato dalla sua storia, con il doppio intento di celebrare queste figure fondamentali — al di là del credo religioso di ciascuno — e di rinnovare la potente lezione che queste possono dare alle ragazze e alle donne del XXI secolo.

Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)

«Che ci diano coraggio per affrontare i nostri dilemmi, che ci siano di ispirazione per le lotte che stiamo combattendo, e che ci diano la forza di rompere quelle catene che spesso ci limitano. Questo piccolo breviario di fotografie istantanee è per loro. Per ogni occhio cavato, per ogni dente strappato, per ogni torace dilaniato, per ogni freccia scoccata, per tutto questo amore, grazie», scrive Anita.

Chi fosse interessato ad acquistarne una copia può contattare l’autrice, che ha pure pensato di mettere una madonnina in omaggio.

Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
Anita Scianò, “Agiografie”, autoproduzione, maggio 2019 (courtesy: Anita Scianò)
co-fondatore e direttore
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