«Ho perso un calzino!».
Quante volte lo abbiamo detto e quante volte abbiamo incolpato la lavatrice e il vuoto siderale al di là del suo sportello?
«Eppure quando li ho infilati dentro erano due, me lo ricordo benissimo».
In realtà dovremmo rassegnarci. Qualcuno ci ha fatto anche una canzone Ma dove vanno a finire i calzini…?.
Nel caso particolare di A meia perdida (Il calzino perduto) di Anine Bösenberg, edito da Bruaá, una casa editrice portoghese che si occupa di pubblicazioni illustrate e di design, il mistero si infittisce.

(courtesy: Bruaá Editora)
Perché a casa delle due protagoniste non c’è nemmeno una lavatrice a fagocitare calzini a tradimento. Eppure, uno è sparito dalla corda per stendere. E allora dove sarà finito? Possibile che sia fuggito?
Davanti ai nostri occhi compare un solo indizio: un filo rosso che parte dai risguardi del libro e si dipana lungo tutte le pagine.
L’unica cosa da fare è indossare muffole e cappotti e partire all’avventura, abbandonando il caldo della casetta fra i boschi.
In questo silent book, il cui silenzio pare reso ancora più profondo dalla neve che ricopre ogni cosa, la ricerca del calzino perduto diviene l’espediente per intraprendere un viaggio che possiamo sbirciare un attimo prima dalle fustelle che ricorrono in tutta la pubblicazione.

(courtesy: Bruaá Editora)
Le due protagoniste e il loro slittino incontreranno conigli pescatori, volpi lettrici, vecchine fumatrici di pipa, tassi sciatori, orsi addormentati.
Il viaggio si concluderà con un ritorno a casa, perché in realtà non è stato altro che un procedere sui propri passi, ed un ritrovamento speciale, che non rivelerò per non sottrarre a voi la sorpresa.
La bellezza del libro sta nella forza delle immagini di Anine Bösenberg tutte giocate sui toni del rosso e dell’azzurro e sulla costruzione di una storia semplice ma nonostante questo di grande impatto visivo.

(courtesy: Bruaá Editora)

(courtesy: Bruaá Editora)

(courtesy: Bruaá Editora)

(courtesy: Bruaá Editora)