Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017

La Maria Callas di Amalia Mora

Maria Callas: una voce conosciuta al mondo intero. Resistenza di pochi all’implacabilità del tempo. Voce straordinaria per timbro ed altezza. Fragile e carismatica. Tenace e vera. Divina.

Per il “quarantesimo” dalla sua morte, è tutto un fiorire di opere in suo onore. È appena stata pubblicata da Bao Publishing una variazione a fumetti di Lorenza Natarella, Sempre Libera, mentre Vanna Vinci ci regala pillole misteriose sulla sua pagina dedicata, che lasciano preludere a un nuovo graphic novel (e speriamo di non sbagliarci).

Quale mese fa è invece uscito un picture book, La Callas, edito da Hop Edizioni. Il volume appartiene alla collana Per aspera ad Astra – La forza delle donne, una collana finalizzata a far scoprire alle nuove generazioni “icone” viventi o “eroine” intramontabili del recente passato, e che ha già visto la pubblicazione di altri tre volumi, uno su Madonna (di Silvia K.), uno su Audrey Hepburn (di Roberta Zeta) e uno su Virginia Woolf (di Lucrèce).

Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017

L’autrice di La Callas è Amalia Mora, un’illustratrice e grafica pubblicitaria che si è formata all’Accademia di Bologna.
Ha pubblicato con Hop! il racconto Giorno da ciechi all’interno del volume collettivo La fine dell’amore – Graphic short stories, ha collaborato con Edizioni EL, Il Mucchio, D di Repubblica, Rockit, Revista Periplo.

La Callas ricostruisce momenti cruciali di una vita che è stata un fluire inarrestabile, fatto di vette e di cadute.
Perché «Vivere è lottare. Senza scampo. È così per tutti. Cambiano solo le nostre armi e quelle usate contro di noi».

Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017

Ad ogni doppia tavola corrisponde un episodio topico della sua esistenza, narrata in minuziosi dettagli, seppure condensati, ma per semplice economia di spazio.
L’infanzia e il suo rapporto con la madre, drammatico e totalizzante. La sua prima Norma a Firenze. Il grande amore per il marito Giovanni Battista Meneghini, la consacrazione del suo successo alla Scala. L’acerrimo e prolungato scontro con Renata Tebaldi. La collaborazione con Luchino Visconti che la dirigerà ne La traviata. La sua personalità impetuosa e la tensione crescente che avrebbero messo a dura prova le sue performance (sia in Italia che all’estero).

Poi l’incontro deleterio con Aristotele Onassis, che l’avrebbe allontana irrimediabilmente dalla musica. E quello ideale con Pasolini che l’avrebbe portata a recitare nella sua Medea e verso il quale proverà un profondo amore.
Fino alla conclusione, che cede ad un registro profondamente lirico, nel descrivere un’esistenza condannata ad un’estrema solitudine.

Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017

Analizzandone il linguaggio visivo, che costituisce di fatto l’elemento fondante di questo libro, La Callas si articola in immagini estremamente evocative ed immagini più aderenti al vero. Sia le une che le altre mettono in luce il grande talento di Amalia Mora, che utilizza le campiture piatte per creare dei veri e propri giochi di prospettiva, rivelando allo stesso tempo il disegno a matita sottostante (la composizione ne risulta alleggerita) e donandoci l’impressione di osservare la protagonista come calcasse in ogni istante le scene di un teatro. A sottolineare, in maniera sapiente e incisiva, un destino di sacrificio in nome dell’arte e di inesorabile sovraesposizione ai riflettori.

Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017
Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017
Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017
Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017
Amalia Mora, “La Callas”, Hop!, giugno 2017
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