
Che cos’è un libro?
Qualche anno fa un bizzarro periodico americano che esiste ancora, si chiama The Thing e consiste in uscite che non sono vere e proprie riviste ma oggetti, spesso da leggere, commissionati ad artisti e designer (ad esempio lo scrittore Jonathan Lethem creò degli occhiali, il suo collega Dave Eggers un monologo su una tenda da doccia, la produttrice radiofonica Starlee Kine un tagliere per sole cipolle con su inciso un brevissimo saggio sul pianto, l’autrice e regista Miranda July una tendina molto comunicativa) — il periodico, dicevo, fece uscire The Thing Book, una particolarissima pubblicazione che, in forma di libro e attraverso l’intervento di decine di artisti su ogni parte del volume (numeri di pagina, segnalibri, alette, note a pié di pagina), stuzzicava provocatoriamente la fantasia del lettore proprio riguardo all’oggettualità del libro.
Accompagnando il tutto con un video piuttosto ironico e dimostrando col libro stesso che un libro — o quanto meno una sua parte (vedi foto) — può essere benissimo una collezione, un avviso, un’animazione, un’etichetta di istruzioni come quelle attaccate ai vestiti, The Thing di fatto ribaltava la domanda iniziale: da Che cos’è un libro? a Che cosa non è un libro?, implicitamente rispondendo che un libro può essere di tutto, come dopotutto aveva già dimostrato nel 1980 Bruno Munari, pubblicando con Danese i suoi Prelibri.

Sul retro della copertina della raccolta, con un dialogo immaginario a commento dell’opera, Munari non spiegava cosa fosse o non fosse un libro. Spiegava, invece, a cosa serve.
A: Ma a che cosa serve un libro?
B: A comunicare il sapere, o il piacere, comunque ad aumentare la conoscenza del mondo.
A: Quindi, se ho ben capito, serve a vivere meglio.
B: Spesso sì.
Chiarito questo, chiarito cioè che il punto sta proprio in ciò che il libro fa e non in cosa è, la forma e il contenuto possono adattarsi, come ben dimostra La regola e il gioco, esposizione a cura dell’associazione culturale Hamelin (la stessa che ogni anno organizza il festival del fumetto BilBOlbul) e del Salon du livre et de la presse jeunesse en Seine-Saint-Denis.

In occasione della Bologna Children’s Book Fair e nell’ambito del progetto europeo Transbook, la mostra è dedicata alla dimensione oggettuale dell’albo illustrato per bambini e parte proprio dai Prelibri di Munari per poi spaziare sulle opere di autori che hanno “forzato” i limiti fisici del libro o li hanno sfruttati per utilizzare la forma, il suono, la dimensione tattile del volume all’interno della narrazione, rendendoli parte centrale dell’esperienza del lettore.
Lungi dall’essere un’esposizione solo da guardare, La regola e il gioco — che prende il nome dai due parametri con cui gli autori sono chiamati a riflettere — permette ai visitatori di toccare, esplorare, sperimentare gli albi (e non solo, perché sia arriva anche alle app, ultima evoluzione del formato libro), oltre a poter vedere e ascoltare le video-interviste ad alcuni autori, scoprire il giovane autore francese Adrien Parlange (suo il serpente in apertura del pezzo) nella sezione a lui dedicata, ammirare sette installazioni sul tema “leggere fra le righe” e partecipare a una serie di laboratori (su prenotazione).
Il tutto nella splendida e centralissima cornice di Sala Borsa, a Bologna.
QUANDO: 4 — 22 aprile 2017
OPENING: 3 aprile | 19,30
DOVE: Biblioteca Salaborsa e Urban Center | p.zza del Nettuno 3, Bologna
INFO: faceboook | hamelin.net[/cbtab][cbtab title=”MAPPA”][/cbtab][/cbtabs]