Capita, quando strappi un pezzo di carta, di vederci delle cose — volti (quelli in realtà sono in po’ ovunque: cara, vecchia pareidolia…), animali, oggetti familiari. Esattamente come succede con le nuvole.
Anzi, mi chiedo come in millenni di produzione cartiera non si sia parallelamente sviluppata anche un’attività di divinazione degli strappi (Ti è uscito il cigno? Occhio, quello porta grandi sventure!).
L’illustratore e grafico francese Jules Tardy, che vive e lavora a New York, evidentemente nei suoi strappi vede un intero mondo di corpi, bestie, paesaggi, tanto che si è messo ad usare i fogli colorati, opportunamente stracciati, per disegnare.
Niente matite e pennelli, ma solo dita che fanno a pezzi il cartoncino e in una sorta di danza conducono e si fanno condurre dal caso fino ad ottenere qualcosa di riconoscibile: una silhouette, uno scorcio di montagna, un orso polare, una scultura, una ballerina, un cigno (occhio al cigno!).









