Gaetano Pollice è molisano, classe ’81, si è laureato in Comunicazione e ha frequentato l’Istituto Secoli di Milano (dove adesso è lui a tenere dei corsi), dopo aver lavorato per Max Mara, Borbonese, Trussardi, nel 2014 ha dato vita al marchio di accessori che porta il suo nome.
Un marchio e, prima ancora, una passione quella di Gaetano, che affonda le radici nelle centenarie tradizioni della sua regione d’origine, in ricami e trine che chissà quante volte ha visto realizzare da bambino.
Ricami e pizzi “al tombolo” che venivano realizzati per ornare lenzuola, asciugamani, tovaglie a comporre quel corredo femminile, che passava di madre in figlia, generazione dopo generazione, e di cui Gaetano saggiamente decide di recuperare le tecniche — tecniche che rischiano di perdersi perché in poche ormai provvedono al corredo — per utilizzarle magistralmente in un contesto quanto mai inusuale.
Gaetano prende il tombolo della tradizione molisana (la particolare tecnica di ricamo era diffusa in Molise sin dai primi del ‘500) e lo porta ad ornare borsette in pelle, realizzate artigianalmente in piccoli laboratori familiari in Molise.
La collezione FW 2016/17 indaga la notte, la sottile linea di confine tra sonno e veglia. Lo fa nelle forme: stelle, nuvole e lune e nei colori. Così nero, blu notte, ametista, verde foresta, bordeaux descrivono panorami agresti notturni, schiariti da bagliori in argento e oro.
Su tutto predominano i preziosi ricami realizzati a mano al tombolo con l’ausilio di spilli e fuselli. Quegli stessi fuselli, utilizzati per realizzare il prezioso pizzo, diventano anche la firma di Gaetano, che ne fa cucire uno all’interno di ogni borsa, come a voler ricordare a tutti le proprie origini.
«Le mie borse sono delle donne vissute in epoche lontane, che conservano tutto il mistero di una tradizione “fatta a mano” e non si imbarazzano nel camminare tra le strade di un presente che è già futuro» scrive il designer.