Iocisto: a Napoli c’è una libreria nata dal basso, dove i lettori sono sia clienti che librai

Sono tornata a Napoli da un paio d’anni. Ci sono molte cose che non so della mia città, cose che sono successe mentre ero via, cose che sono cambiate — alcune in meglio, altre in peggio. Ogni tanto scopro un posto che non conoscevo e mi sento dire, «Ma come, non lo conoscevi?!» e io stessa mi chiedo come fosse possibile. È successo anche con Iocisto – la libreria di tutti. Una cosa che prima non c’era e adesso c’è, e di cui mi sono persa la nascita per inseguire i miei sogni oltreoceano.

Ora però sono qui e vorrei che questo posto lo conoscessero in tanti, anche fuori dalla mia città. Per questo incontro Claudia Migliore, presidente, e Alberto Della Sala, direttore di Iocisto, e chiedo loro di raccontarmi che cos’è “la libreria di tutti”.
Come se fosse una domanda facile… Claudia è lesta a sbolognarla ad Alberto.

Claudia Migliore
Te lo racconta lui. Vediamo se pensiamo la stessa cosa.

Alberto Della Sala
Iocisto è un sogno. Un sogno realizzato. Di solito, quando sogni una cosa bellissima, ti svegli e sei deluso. Invece qui più di mille persone si sono svegliate e hanno fatto quello che avevano sognato. Adesso il difficile è farlo andare avanti, il sogno.

Nel 2014 hanno chiuso le librerie storiche del Vomero, il quartiere a più alto tasso di lettori della città. Da lì l’idea di farcela da soli, la libreria. Qualcuno ha cominciato a scrivere su Facebook: «Sì, io ci sto», «Io ci sto», «Io ci sto».

Francesca Alvino
E cos’è che hanno fatto, queste mille persone?

Alberto Della Sala
Hanno fatto la più grande libreria indipendente di Napoli. Che detta così è una cosa molto bella, ma in realtà è una cosa tragica perché siamo l’unica libreria indipendente di questa città. Quindi siamo la più grande, siamo la più bella, perché siamo gli unici.

(foto dell'autrice)
(foto dell’autrice)

Francesca Alvino
Che cosa era successo, prima?

Alberto Della Sala
Era successo che nel 2014, a distanza di pochi mesi, avevano chiuso le librerie storiche del Vomero, che è il quartiere a più alto tasso di lettori della città. Stranamente, anche in un quartiere come questo, di media borghesia, quindi con una situazione socio-economica favorevole al tessuto commerciale, avevano chiuso una dopo l’altra Guida, Loffredo, e anche la libreria annessa a FNAC, che era un buon posto dove vendere e comprare libri.
Da questo schiaffo dato al quartiere e alla sua vocazione di lettori forti, dalla disperazione e dall’umiliazione, è nata la volontà di riscatto e la determinazione di creare questa “cosa”.

Francesca Alvino
È vero che è nato tutto da un post su Facebook, in cui si lanciava l’idea pazza di farsela da soli, una libreria?

Alberto Della Sala
Sì, è nato tutto da lì. Qualcuno ha cominciato a scrivere, nei commenti, «Sì, io ci sto», «Io ci sto», «Io ci sto», che significava ci sto a metterci soldi, ci sto a metterci tempo, ci sto a metterci entusiasmo, competenze… Io ci sto.

Abbiamo tre settori: l’info-point, che dà informazioni alla clientela, soprattutto a chi vuole associarsi. Poi c’è la libreria vera e propria, che funziona come una libreria tradizionale. E infine c’è “La zattera”, il settore dedicato ai bambini.

Francesca Alvino
Era diventata una specie di parola d’ordine nei commenti, insomma.

Claudia Migliore
Sì, non immaginavamo che poi la libreria si sarebbe chiamata così.
Facebook stato un mezzo di diffusione pervasivo, ma anche uno strumento incredibile di aggregazione. Noi vedevamo crescere questi numeri e non riuscivamo a crederci. Dal post creammo un gruppo, nel gruppo mettevamo le persone che “ci stavano” e il gruppo cresceva: 300, 400…
Le persone scrivevano, condividevano, chiamavano gli altri. Così a un certo punto ci siamo detti: ok, se la vogliamo fare davvero, questa libreria, ci dobbiamo guardare in faccia.

Francesca Alvino
Del resto si dice: se vuoi incontrare veramente la gente, vai offline. Voi l’avete fatto ed eravate tantissimi, nella sede della V Municipalità qui al Vomero.

Claudia Migliore
Eravamo 200, 300 persone. Francamente non pensavamo di poter essere tanti.
Almeno, io non l’avrei mai pensato. All’inizio volevamo fare una libreria ad azionariato popolare, con delle quote azionarie vere e proprie, anche di un certo peso — fra i 500 e i 1000 euro. Poi però ci siamo resi conto che chi si era aggregato attorno a questa idea non la voleva la quota azionaria.

(foto dell'autrice)
(foto dell’autrice)

Francesca Alvino
Era troppo impegnativo?

Claudia Migliore
Sembrava voler concentrare troppo la titolarità del progetto in poche mani, mentre l’idea di partenza ruotava attorno al concetto di associazione, con una forte connotazione partecipativa. E quindi, lavorando lavorando, abbiamo capito che l’associazione culturale era la soluzione migliore.

Francesca Alvino
Quindi Iocisto è un’associazione culturale?

Claudia Migliore
Di fatto, è una libreria. Formalmente, è un’associazione culturale che aveva nei suoi obiettivi quello di creare e gestire una libreria. Sapevamo bene che le librerie non si riescono a sostenere esclusivamente con la vendita dei libri e quindi, al di là del progetto molto elaborato, abbiamo immaginato un capitale che potesse sostenere la libreria, e abbiamo stabilito una quota associativa di 50 euro l’anno, che serve a pagare innanzitutto l’acquisto dei libri che mettiamo in vendita, quindi sono vitali per la sopravvivenza stessa della libreria.

Francesca Alvino
Questo “progetto molto elaborato” chi l’ha messo insieme, materialmente?

Claudia Migliore
Io per lavoro mi occupo di progettazione di attività di affiancamento e supporto alle pubbliche amministrazioni. Che è una cosa terribile a sentirsi, ma in realtà la mia parte è stata proprio quella di scrivere il progetto, perché sapevo come farlo.
Ora sono presidente dell’associazione.

In 14 mesi di attività, abbiamo fatto 300 presentazioni, praticamente il record italiano.
Il tentativo è quello di individuare, per ogni libro, il target giusto e raggiungerlo — che poi è la cosa più difficile.

Alberto Della Sala
Io invece ho avuto una libreria antiquaria per oltre 30 anni. E mai avrei pensato di chiudere la vita facendo il libraio “normale”, anche se in realtà quello che faccio è completamente diverso dal fare il librario normale. Perché faccio il libraio, ma allo stesso tempo devo avere rapporti con i soci, rapporti con le istituzioni, avere uno staff che cambia due volte al giorno per sette giorni alla settimana…

Francesca Alvino
Fermiamoci un attimo. Mi racconti la giornata tipo di Iocisto?
[Alberto e Claudia si guardano, sorridono, e capisco che le giornate, qui dentro, sono tutto tranne che “tipo”]

Alberto Della Sala
Si comincia la mattina molto presto. Si controlla la posta, gli ordini, ci si scambia messaggi su FB, si cerca di sanare situazioni insanabili…

Francesca Alvino
Perché tu sei il pivot, la chiave di volta, insomma, quello che c’è sempre. Tu ci sei!

Alberto Della Sala
Io ci sono sempre, perché sono il libraio. E poi ci sono i volontari che, a gruppi di due o tre la mattina e due o tre il pomeriggio, stanno con me e mi aiutano a fare libreria.
Abbiamo tre settori: l’info-point, che dà informazioni alla clientela e, soprattutto, a chi vuole associarsi. Poi c’è la libreria vera e propria, che funziona in tutto e per tutto come una libreria tradizionale, quindi c’è bisogno di accogliere la clientela, informarla sulle novità, cercare i libri, trovarli, possibilmente, e soprattutto venderli. E poi c’è La zattera, il settore dedicato ai bambini, che è un po’ il nostro fiore all’occhiello.

(foto dell'autrice)
(foto dell’autrice)

Francesca Alvino
Perché l’avete chiamato La zattera?

Alberto Della Sala
Perché c’è una struttura che ricorda una zattera che va verso l’isola che non c’è — che poi invece è un’isola che c’è, per tutti quanti noi.
Ha una qualità eccezionale di offerta, riconosciuta dagli autori di libri per ragazzi che sono venuti qui a presentare i loro libri e a fare seminari e laboratori. La nostra referente, Laura Paolillo, che si occupa della libreria per quanto riguarda i bambini, gira moltissimo, è sempre informata su tutte le novità, le tendenze, ha delle sue idee ben precise. Ha sempre avuto il pallino dei libri per l’infanzia, ha avuto librerie per bambini, ha gestito per anni una scuola della prima infanzia, quindi ha una sensibilità enorme a riguardo.

Francesca Alvino
Un’altra cosa che colpisce di Iocisto sono le presentazioni. Io stessa mi sono avvicinata a questa libreria in occasione dell’incontro con Paolo Rumiz e Alessandro Scillitani per Il cammino dell’Appia antica, e sono rimasta colpita dal clima che si era creato, di grande scambio, anche di informazioni utili agli autori stessi.
Come diceva Claudia prima, una libreria non si regge esclusivamente sulla vendita dei libri, e comunque i libri non si vendono da soli. A Iocisto si fanno incontri con gli autori quasi tutti i giorni.

Qui in libreria ci sono più di 10.000 volumi, e la bellezza di 6.500 titoli, che sono quasi il doppio di quelli che hanno nella libreria di catena qua vicino.

Alberto Della Sala
Abbiamo praticamente il record italiano. In 14 mesi di attività, abbiamo fatto 300 presentazioni.
Il tentativo è quello di individuare, per ogni libro, il target giusto e raggiungerlo — che poi è la cosa più difficile.

Francesca Alvino
Qual è il rapporto fra voi e le case editrici, riguardo alle presentazioni?

Alberto Della Sala
Siamo molto benvoluti. E molto ricercati. Oggi per esempio abbiamo Angelo Roma, un autore che pubblica con Mondadori, e Mondadori ha voluto noi pur essendoci una loro libreria a 150 metri da qui.
Poi ci sono invece situazioni in cui, per ragioni di opportunità, l’editore decide di optare per altre strutture che a volte, magari, non sono neanche librerie.
Ma questo è un altro discorso.

(foto dell'autrice)
(foto dell’autrice)

Francesca Alvino
Restiamo sul fare libreria. Immagino sia necessario adottare una politica, decidere quali libri mettere in vendita…
Poi magari uno ti chiede un libro che non c’è e tu glielo procuri. Però l’offerta base, i libri che io vedo sugli scaffali quando entro, quelli chi li decide? ll libraio, i soci? A chi sta la scelta in una libreria come questa?

Alberto Della Sala
Al libraio. E loro sono fortunati perché hanno un libraio che non ha i paraocchi!
Sulla politica editoriale ho assoluta libertà. L’ho rivendicata fin dal primo momento, perché sapevo che avrei dovuto fare una libreria aperta a tutti, una libreria di tutti veramente. Se avessi dovuto accettare le indicazioni di un gruppo dirigente, o di un gruppo di soci, o di socie, o di sociologhe…

Francesca Alvino
[Da come calca sul femminile, mi viene da pensare che il libraio sia molto allenato al confronto col gentil sesso. Perché a leggere, diciamolo, sono soprattutto le donne, e quindi qui dentro le donne sono parecchie. Ma Alberto non sembra uno che perde la calma tanto facilmente]

Alberto Della Sala
Insomma, se avessi dovuto mettere d’accordo tante persone senza una reale esperienza di libreria, Iocisto non sarebbe diventata quello che è. Al momento qui in libreria ci sono più di 10.000 volumi, e la bellezza di 6.500 titoli. È un’offerta enorme.
Qui vicino c’è una libreria di catena che ha qualcosa come 50.000 volumi, ma meno di 4.000 titoli: la nostra offerta, per quanto riguarda la varietà di titoli, è quasi il doppio della loro. E questo si vede anche nel numero di case editrici rappresentate.

In Italia c’è praticamente un monopolio per quanto riguarda la distribuzione dei libri. Che è Messaggerie Italiane. È da lì che passa quasi tutto quello che arriva in libreria.
Ma i distributori non volevano librerie indipendenti in città.

Francesca Alvino
Come siete arrivati a questo partendo da zero?
Facciamo un po’ di storia. Siete partiti dal prendere il luogo fisico, giusto?

Claudia Migliore
Sì. Questi locali ci furono segnalati da Marco Modestino, che adesso è nel consiglio direttivo dell’associazione. Manco a farlo apposta, erano i locali che Loffredo aveva ristrutturato, evidentemente per trasferirsi qui, poco prima di fallire. Noi l’abbiamo scoperto solo entrando, perché fuori c’era ancora l’insegna luminosa, già pronta e mai utilizzata.
L’abbiamo pure conservata.

Francesca Alvino
Una sorta di passaggio del testimone. I locali erano pronti ad accogliere una libreria, quindi?

Claudia Migliore
C’è stato da sgobbare, non credere, abbiamo dovuto carteggiare e imbiancare pareti, comprare scaffalature, montarle…
Tu pensa che abbiamo fatto la festa d’inaugurazione il 21 luglio 2014, e il contratto di affitto l’avevamo firmato solo due giorni prima.
Una delle tante follie fu proprio quella di decidere la data di apertura “a prescindere”. E forse è stata proprio la scelta giusta, perché senza una deadline non saremmo andati da nessuna parte.

(foto: iocisto)
(foto: iocisto)

Francesca Alvino
Come unico libro, mi dicevi, c’era Cent’anni di solitudine, e l’avevi portato tu.

Claudia Migliore
[Ridendo] Sì.
La partenza è stata in salita. Non avevamo ancora la luce, non avevamo il telefono, il povero Alberto doveva ordinare i libri da casa, o dal cellulare.
Abbiamo cominciato con i piccoli editori, frutto delle relazioni che Alberto aveva grazie alla sua trentennale esperienza di libraio.
Poi, il 25 ottobre 2014, quando abbiamo fatto il nostro secondo “debutto” ufficiale, arrivarono i libri e cominciarono i primi rapporti con la grande distribuzione.

Francesca Alvino
Ma perché, non è detto che te li diano, i libri, gli editori?

Alberto Della Sala
Non è assolutamente detto. Soprattutto dopo i fallimenti di Guida e di Loffredo, che avevano prodotto quasi 2 milioni di euro di danni, in particolare alla grande distribuzione.
Quando parliamo di grande distribuzione intendiamo Messaggerie Italiane — e PDE, prima che fosse inglobata da Messaggerie. Loro non volevano assolutamente far aprire nuove librerie a Napoli. Solo librerie di catena. Non avevano più alcuna fiducia.

Nella trattativa ci aiutò Maurizio de Giovanni venendo a presentare da noi, nella piazza qui davanti, il suo ultimo romanzo.
Dicemmo al distributore: ci saranno almeno 2.000 persone in piazza. Ci saranno i vertici di Mondadori, i vertici di Einaudi, il direttore generale di Feltrinelli, alcuni esponenti di Rizzoli. Ci sarà la RAI. E, alla fine, annunceremo che Messaggerie Italiane non vuole darci i libri che ci servono per restare aperti.

Francesca Alvino
Ma cosa ci va a perdere, l’editore? Voglio dire, voi librai non li comprate i libri che poi andrete a vendere nella vostra libreria?

Alberto Della Sala
Questo sarebbe il circuito virtuoso. Ma di fatto non funziona così, perché la filiera è tale che resta veramente poco tra quello che tu incassi e quello che devi pagare alla distribuzione, a chi ti ha dato il libro. Il margine è davvero minimo. E con quel poco devi pagare l’affitto, la forza lavoro, le utenze, le tasse, e così via. Moltiplica questo sforzo per decine e decine di mesi, ti impoverisci sempre più, a meno che tu non abbia un volano economico, un fido bancario, delle risorse personali.
Ti chiedono infatti di firmare delle garanzie, delle fideiussioni.

Francesca Alvino
Mi spiegate bene come funziona la distribuzione, in questo paese in cui pare si pubblichi un libro al giorno? Chi lo fa arrivare alle librerie tutto questo magma?

Alberto Della Sala
C’è praticamente un monopolio. Che è Messaggerie Italiane. È da lì che passa quasi tutto quello che arriva in libreria.

Claudia Migliore
Tranne quel che passa per i piccoli editori e l’editoria indipendente, ovviamente.

Alberto Della Sala
In teoria sarebbe un duopolio: c’è Messaggerie Italiane, che comprende Feltrinelli — perché prima Feltrinelli era proprietaria di PDE e adesso sono insieme. E poi c’è Mondadori — che comprende, fra gli altri, Einaudi. Fino a poco tempo fa c’era anche Rizzoli, ma adesso è stata inglobata da Mondadori. Quindi abbiamo fondamentalmente due poli, molto sbilanciati a favore di Messaggerie Italiane dal punto di vista della quantità di editori rappresentati: circa 4.500 per Messaggerie, contro il centinaio di Mondadori.

(foto dell'autrice)
(foto dell’autrice)

Francesca Alvino
E questa grande distribuzione non voleva librerie indipendenti in città. Si può sapere come avete fatto a convincerli?

Alberto Della Sala
Ti dico la verità, siamo partiti con un ricatto. Un bieco ricatto che ho fatto io personalmente ai promotori della PDE (poi abbiamo alzato la voce, quasi un anno dopo, anche con Messaggerie).
Abbiamo detto: siamo l’unica libreria indipendente di Napoli, abbiamo poco, quasi niente, però abbiamo una voce querula…

Claudia Migliore
…e fastidiosa!

In quest’anno e mezzo abbiamo avuto circa 1.500 ragazzi qui in libreria.
A cominciare dalle scuole dell’infanzia, fino ai licei.

Alberto Della Sala
Sappiamo farci sentire. Se ci mettiamo a piangere, se ci mettiamo a incatenarci a Piazza Fuga [la piazza antistante Iocisto, ndr] e a dire che voi non ci fate aprire, vi intossichiamo tutto l’intossicabile.
E ha funzionato.
La vera svolta c’è stata il 30 giugno del 2015. Eravamo in trattative con Messaggerie Italiane, in cui era da poco confluita PDE — con la quale eravamo riusciti, fra enormi difficoltà, ad avere un rapporto nel nostro primo anno di vita. Quella fusione aveva cambiato le carte in tavola, e noi ci stavamo giocando la possibilità di avere la disponibilità del 90% della produzione editoriale italiana. Ci chiedevano garanzie, volevano le fideiussioni…

Claudia Migliore
Eppure gliel’avevamo spiegato che avevamo una forma giuridica molto particolare, che dovevamo dare conto ai soci, che non avremmo potuto firmare garanzie.

Alberto Della Sala
Pensa che alle fine Messaggerie Italiane ha creato un protocollo ad hoc per noi.
Sì. E ci siamo arrivati puntando praticamente una pistola alla tempia di questi signori.
Le munizioni ce le fornì Maurizio de Giovanni venendo a presentare da noi, nella piazza qui davanti, il suo ultimo romanzo della serie del commissario Ricciardi, Anime di vetro.

Claudia Migliore
Fu una serata memorabile. La piazza era stracolma. Finimmo anche su Repubblica.

Alberto Della Sala
Noi lo sapevamo che sarebbe stato un evento. Così dissi a questi signori: stasera ci saranno almeno 2.000 persone in piazza. Ci saranno i vertici di Mondadori, i vertici di Einaudi, il direttore generale di Feltrinelli, alcuni esponenti di Rizzoli. Ci sarà la RAI, Maurizio farà, come suo solito, una presentazione meravigliosa. E, alla fine, annunceremo che Messaggerie Italiane non vuole darci i libri che ci servono per restare aperti.

(foto: iocisto)
(foto: iocisto)

Francesca Alvino
Gli avete fatto paura…

Alberto Della Sala
No, io non credo che si siano spaventati. Più che altro hanno capito che siamo fastidiosi. E allora, considerando che in piazza 3.000 persone le avevamo fatte, che il record di vendite per una presentazione l’avevamo fatto, che il direttore editoriale di Einaudi Stile Libero, Severino Cesari, era stato qui e aveva scritto un articolo meraviglioso, non sul libro [pubblicato da Einaudi Stile Libero] ma proprio su Iocisto e sul tipo di presentazione che era stata fatta…

Francesca Alvino
…non aveva senso ignorarvi. Certo che ci sono state tante persone che vi hanno voluto bene.

Alberto Della Sala
Sì, fin dall’inizio. E ce ne vogliono ancora, malgrado noi.

Se nella nostra “filiera” avessimo inserito un margine, anche piccolo, per pagare chi sta qui, se non ci fosse stato l’apporto dei volontari, Iocisto non sarebbe mai esistita.

Francesca Alvino
A proposito di cose belle e di energie positive, vogliamo parlare delle iniziative di cui Iocisto si fa promotrice?

Alberto Della Sala
Di questo ti parlerà Claudia. Io volevo solo concludere dicendo che le presentazioni non sarebbero possibili se non ci fosse uno staff che segue tutto, a partire da Federica Flocco, la vicepresidente di Iocisto.

Claudia Migliore
Sì, Federica è… un’ira di dio! Per la velocità di organizzazione, la capacità di creare rapporti, di gestire il calendario che è complicatissimo, perché mette insieme anche le richieste dei soci: tutti i soci propongono presentazioni, iniziative, oltre alle presentazioni “importanti”. Insomma, è un grosso lavoro, molto delicato.

Francesca Alvino
Ricapitolando, quindi, l’asse portante di Iocisto è formato, oltre che da voi due, anche da Federica Flocco, vicepresidente. Poi so che c’è un tesoriere…

Claudia Migliore
…che è Enrico Cotini. Grazia Della Cioppa e Carlo Porrini sono consiglieri e si occupano della comunicazione e della grafica. Amedeo Borzillo si occupa della parte economica. Marco Modestino e Michela Brosca, i più giovani del consiglio, si occupano dei laboratori che vengono organizzati in libreria e degli eventi. Massimo Varriale si occupa della gestione dei soci.
Poi c’è Laura Paolillo che, come dicevamo all’inizio, è la nostra referente per i bambini. Ed Elena Russo che è un’insegnante e ha creato il gruppo scuola, quindi gestisce tutte le iniziative che coinvolgono le scuole, e sono tantissime.

Alberto Della Sala
Considera che in quest’anno e mezzo abbiamo avuto circa 1.500 ragazzi qui in libreria.
A cominciare dalle scuole dell’infanzia, fino ai licei.

(foto: iocisto)
(foto: iocisto)

Francesca Alvino
Tutto questo impegno, da parte di così tante persone, è a titolo volontario?

Alberto Della Sala
Assolutamente volontario.
È questa la nostra forza. Se in quella famosa “filiera” avessimo inserito un margine, anche piccolo, per pagare chi sta qui — a parte me, che essendo un libraio, sono imposto proprio dalla burocrazia come stipendiato, perché c’è bisogno di un responsabile che non sia un volontario — se non ci fosse stato l’apporto dei volontari, non sarebbe mai esistita Iocisto.

Claudia Migliore
C’è una forte motivazione. Devi sempre cercare di mantenere un equilibrio, non dico perfetto, ma tale da motivare le persone a esserci. Senza però chiedere troppo, perché non puoi chiedere più di quanto uno voglia o riesca a dare, compatibilmente i propri impegni. Mantenere quest’equilibrio non è sempre facile.
Il consiglio si riunisce ogni quindici giorni. E poi ci sono riunioni in occasione degli eventi che facciamo, dei progetti che si avviano… le riunioni di staff… insomma, ci sono almeno un paio di riunioni alla settimana.

Abbiamo attivato una campagna di crowdfunding per finanziare un progetto di avvicinamento alla lettura. Per far conoscere i libri a bambini dislessici, figli di migranti, bambini con bisogni educativi speciali, detenuti.

Francesca Alvino
Claudia, mi parli un po’ di questa bellissima iniziativa che avete lanciato, Aiutami a leggere?

Claudia Migliore
Aiutami a leggere è il nostro secondo crowdfunding.
Già da tempo avevamo in animo di fare attività di avvicinamento alla lettura con bambini che potevano avere problemi a leggere, come i bambini dislessici, i figli di migranti o i bambini con bisogni educativi speciali. Per cui, quando la Fondazione Banco di Napoli ha creato la piattaforma Meridonare.it, che è una start up innovativa a vocazione sociale, ci siamo detti: proviamoci.
Abbiamo sviluppato l’idea che era partita da una tavola rotonda fatta qui in libreria — una delle tante organizzate da Elena Russo con le scuole — dedicata proprio ai problemi di lettura.
Alcuni soci hanno scritto il progetto, incentrato anche sull’idea di uscire dalla libreria, di portare i libri fuori, se necessario. Fra i luoghi da raggiungere abbiamo pensato alle carceri, alle zone dove c’è una maggiore concentrazione di migranti. Ci doteremo di libri, dizionari e quant’altro, e faremo attività di avvicinamento alla lettura.

Francesca Alvino
Come sta andando la raccolta fondi?

Claudia Migliore
Per ora siamo a circa 6.000 euro di donazioni raccolte. Ci sono state migliaia di visualizzazioni del video dedicato ad Aiutami a leggere, e centinaia di visite alla nostra campagna di crowdfunding.
Certo, il progetto avrebbe bisogno di un maggior sostegno perché avevamo immaginato una cifra consistente per realizzarlo, su numeri un po’ più ampi.

Non abbiamo mai immaginato che quest’attività potesse avere un ritorno economico per chi vi prendeva parte, però la libreria riesce a mantenersi.

Francesca Alvino
Che tempi ha questo crowdfunding?

Claudia Migliore
Scade alla fine di marzo.
A seconda di quanto si riuscirà a mettere insieme, si deciderà come procedere, contando anche sul rapporto abituale con le associazioni, o con i nostri soci, dato che si può donare tempo e impegno, oltre che soldi.
Considera che fra i soci di Iocisto abbiamo psicologi, psicoterapeuti, sociologi, insegnanti, narratori. Abbiamo un patrimonio di competenze che ci potrebbe aiutare a realizzare il progetto in ogni caso, magari anche riducendo l’impatto dei libri, se necessario, ma facendo poi attività concrete.

Francesca Alvino
E questo è abbastanza significativo del fatto che a Napoli ci sono energie che si muovono dal basso, fermenti che non assurgono agli onori delle cronache ma che in realtà ci sono.

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Claudia Migliore
Ci sono eccome! Più di una persona — non ultimo il professor Eco — quando abbiamo raccontato la nostra storia ci ha detto che solo a Napoli poteva nascere qualcosa come Iocisto.
Non è solo una questione di fermento culturale, è proprio la capacità di ingegnarsi, di immaginare delle strade alternative quando quelle normali ti sono precluse. Sarà la nostra ben nota capacità di adattamento, l’arte di arrangiarsi.

Francesca Alvino
Anche la generosità, direi. Perché ci vuole amore.

Claudia Migliore
Ci vuole una passione enorme. Noi siamo i principali fruitori di tutte le cose che vengono fatte in libreria. C’è comunque il piacere di esserci.

Francesca Alvino
E quindi il futuro prossimo di Iocisto? La libreria riesce a mantenersi?

Claudia Migliore
Eh… Il futuro di Iocisto è difficile come quello di tutte le librerie.
Sì, riesce a mantenersi. Ovviamente non abbiamo mai immaginato che quest’attività potesse avere un ritorno economico per chi vi prendeva parte.
A lungo termine volevamo avere una forza tale da poter anche creare occupazione, avere dei dipendenti in libreria, però allo stato attuale non siamo in condizione di fare una cosa del genere. Stiamo ragionando con dei consulenti sull’evoluzione che potrebbe avere la forma giuridica dell’associazione.
Potremmo diventare una APS (associazione di promozione sociale) e quindi accedere al 5 per 1000, per esempio. Potremmo evolvere in una cooperativa di lavoro. Ci sono varie possibilità. Per il momento dobbiamo garantirci la sopravvivenza.

Francesca Alvino
Se ne parla, di Iocisto?

Claudia Migliore
Abbiamo associati in tutta Italia, persone che, anche a distanza, ci seguono. C’è un certo fermento attorno a noi. Abbiamo avuto contatti da Firenze, da Bologna, per capire come poter fare una cosa analoga a quella che abbiamo fatto noi.

Francesca Alvino
Vi stanno copiando…
Che poi, un domani, si potrebbe pensare di fare una rete.

Claudia Migliore
Ma magari ci copiassero!
Uno dei filoni di attività che avevamo era proprio quello dell’esportazione del modello.
Certo, devi avere un contesto molto favorevole: sensibilità, passione, anche delle condizioni tali da poter aggregare tante persone attorno al progetto. Però si può fare. È come se si creasse una sorta di sistema economico-sociale autoconsistente: il socio contribuisce versando la quota, o con il proprio lavoro, o comprando i libri. Perché è vero che ci sono tanti clienti che non sono soci, ma il lettore forte, quello che compra tanti libri, alla fine è il socio, che non va più nelle librerie di catena ma compra qui. Siamo produttori e consumatori.

Per un progetto come il nostro devi avere un contesto molto favorevole: sensibilità, passione, anche delle condizioni tali da poter aggregare tante persone attorno al progetto. Però si può fare.

Francesca Alvino
Ma vengono comunque persone “comuni”? C’è curiosità sulla libreria?

Claudia Migliore
Sì, tanta. Certo, non essendo su strada ma all’interno di un palazzo, e puntando molto su Internet per quanto riguarda la comunicazione, capita magari che arrivi all’angolo e chiedi «ma lei lo sa che lì c’è una libreria?», e la risposta sia no.
È un paradosso. Siamo conosciuti da chi sta su Internet, da chi magari non abita neanche a Napoli, ma se vai in giro nel quartiere…

Francesca Alvino
Insomma, bisogna lavorare sui rapporti offline.

Claudia Migliore
Decisamente.

Intanto, mentre finiamo la nostra chiacchierata, si è riempita la sala dove a breve inizierà la presentazione del libro di Angelo Roma. Come sempre, prima di lasciare la parola all’autore, qualcuno spiegherà agli intervenuti com’è nato il posto che li ospita, che cosa fa e che cosa si propone di fare.
Io lascio a loro il lavoro offline e affido al mare magnum del web questa chiacchierata, come un messaggio nella bottiglia, sperando che possa attirare interesse innanzitutto su Aiutami a leggere, che ha bisogno di sostegno per essere realizzato al meglio, e più in generale su questa banda di pazzi che da più di un anno e mezzo continua a “starci”.
Perché a Napoli, dalla “pazzaria”, nascono anche cose così. E forse è il caso che si sappia.

Iocisto
via Cimarosa 20, Napoli
www.iocistolibreria.it
facebook.com/libreriaiocisto/
instagram.com/iocistolibreria/
t. 081.5780421

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