Il fotografo cinese Huang Qingjun ha trascorso quasi 10 anni viaggiando nelle le aree rurali della Cina e convincendo alcuni nuclei familiari a farsi immortalare dal suo obiettivo, posando con tutti i loro beni. La serie di foto che ne è nata è intitolata Family Stuff (Jiadang) e racconta la vita nella Cina odierna, quella Cina però rimasta “separata” dalle città, dalla modernizzazione, dalla globalizzazione, dalla neonata—e forse già morta—consumistica ricchezza.
Sulle prime, dice Huang in un’intervista alla BBC, le persone erano perplesse alla richiesta di portare fuori di casa tutti i loro averi, perché fossero ritratti, ma poi hanno finito per accettare
E poi aggiunge, che in fondo le persone in queste poverissime aree rurali possiedono pochi oggetti, quindi chiedere loro di portare tutto fuori di casa, per scattare una foto, non richiede molto tempo e molta fatica. Come sarebbe stato chiedere la stessa cosa a un cinese di città o—mi chiedo io—a un italiano medio?
Il progetto di Huang lo ha portato in 14 della 33 province cinesi, dandogli un’ampia prospettiva di come il paese sta cambiando.
Ad un primo sguardo, osservando le immagini sembra necessario riportare il calendario indietro di 50/60 anni, ma se guardi bene nel dettaglio emergono segni della modernità che avanza… e vedi una coppia di anziani agricoltori, fuori dalla loro casa di fango, con tutte le loro povere cose attorno, e tra queste cose scorgi una parabola satellitare, un lettore DVD e un telefono.
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