La carta è il mezzo attraverso cui esprime la sua arte così come un pittore si esprime attraverso tele e pennelli, così scrive l’artista americana Cybèle Young.
Dopo la laurea in scultura e incisione presso l’Ontario College of Art and Design nel 1995, ha iniziato a utilizzare preziose carte giapponesi, a volte impreziosite da acqueforti, per creare magnifici mondi in miniatura.
Partendo dal quotidiano, spesso insignificante, il racconto di Cybèle si evolve e conduce lo spettatore in mondi fantastici immaginati e sognati, popolati da strane creature.
Repliche in miniatura degli oggetti reali e forme astratte, che lei anima e riprende in film in stop motion prima di “sequestrarle alla vita” e metterle sotto vetro.
Quei film offrono allo spettatore indizi per la costruzione della storia fantastica che Cybèle ha deciso di raccontare.
Storie in cui sempre il reale e il fantastico sono in forte relazione come “piccoli momenti apparentemente insignificanti della nostra vita di tutti i giorni, che si uniscono per creare risultati inattesi”.
La forma umana è assente, la sua presenza è implicita e lui, lo spettatore, è allo stesso tempo — se dotato di forte immaginazione — il creatore della storia.

















