La differenza dovrebbe essere mostrata nell’essere diversi, nel differenziarsi, anche con l’uso dell’abbigliamento. Nell’epoca attuale il corpo diventato teatro delle metamorfosi viene rivestito dall’abito in modo da comunicare messaggi, dire e raccontare.
Tra desiderio di appartenenza e distinzione viviamo nel costante conflitto tra sogno di essere come tutti gli altri e ricerca di indipendenza, per acquisire un senso di individualità e originalità.
Nella società di hunters/cacciatori, dall’inesauribile creatività ed impellente esigenza di un cambiamento incessante, domina la tendenza della ricerca ininterrotta di capi d’abbigliamento che autorizzino la differenziazione e consentano di descrive universi disparati, perciò, si impone la necessità di trovare abiti unici, provenienti anche dalle collezioni di moda.
Tra i capi d’abbigliamento singolari che segnano la differenza, e concedono di dare vita a personaggi provenienti da altri luoghi, è esemplare la collezione della stilista Liora Lassalle fatta di abiti teatrali, che sembrano costumi, ispirati alla moda del diciottesimo secolo, interpretati secondo una visione personale e riletti alla luce del ventunesimo secolo.
Nella vetrina espositiva di Estethica, durante la London Fashion Week Autumn/Winter 2013, Liora Lassalle si distingue presentando la prima collezione, una capsule collection di pochi capi, che esprime valori etici e ambientali.
La stilista emergente sperimenta il mix di materiali e tessuti riciclati con tessuti pregiati come la seta e tessuti naturali eco-sostenibili come la canapa, la iuta e la lana.
Nella collezione colori fluorescenti, luminosi, iridescenti, cangianti, T-shirt con innesti di metariali riflettenti, dettagli di perle, di pizzo vintage, e colori sintetici che ricordano i colori delle metropoli, traslati dalle strade sulle passerelle, per poi tornare ad essere sulle strade.