7am | Francesco Giustozzi

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Francesco Giustozzi.

Ciao Francesco, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Ciao abito nelle Marche in un piccolo paesino vicino Macerata, tra città e campagna, l’ideale!
Ho quasi 27 anni e solo dal 2009 sono ufficialmente illustratore, ma disegno da molto prima, da quando qualcuno in casa, da piccolo, (sono sicuro sia stata mia madre) mi ha messo davanti una scatola di colori e un foglio bianco. Poi però non vorrò essere solo illustratore… lascio sempre aperte diverse porte, non si sa mai!

Matita o penna grafica?
Se fosse un cocktail potrei azzardare: 1/3 matita e penna a china e 2/3 penna grafica, ma cerco di dedicarmi il più possibile alla sperimentazione e contaminazione.

Cosa fai quando non disegni?
Vorrei fare tante di quelle cose… In primo ci metto la musica, ne ascolto molta e ne cerco altrettanta. Mentre disegno o quando vado in macchina sono i due momenti in cui non vedo l’ora di venirne sopraffatto.
Leggo riviste di design, seconda mania compulsiva.
Navigo molto alla ricerca di cose, novità, ispirazioni o semplici suggestioni. La mia ultima passione è quella di scovare porte e finestre, case o edifici mai notati prima, nonostante me li trovi ogni giorno di fronte.
Faccio cene con gli amici, rido appena posso e ultimamente ho messo per iscritto (quasi fosse un testamento) che vorrei continuare a dire parole che non esistono. Poi come le persone normali vado in palestra e al cinema, guardo la tv e lavoro come graphic designer.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Tanta roba. Sul mega tavolo blu dove disegno, fogli bianchi di varie misure, matite, penne, gomme, righelli, forbici, cutter e attrezzeria varia a cui si aggiungono residui di eventi passati, brochure, giornali ma anche tazze vuote, telecomandi, telefoni, bicchieri e molliche, ma spesso pulisco e riordino.
Nell’altra invece c’è la postazione computer, dove il livello di tecnologia sale, ma anche qui ritrovo una buona dose di fogli e documenti vari, matite e penne. Spesso mi accorgo che c’è un forte flusso di materiale che passa dall’una all’altra scrivania senza che io ne abbia coscienza.

Un disegno pesa quanto…
Mi sto rendendo conto che questo famoso peso varia molto. Cambia a seconda di cosa si disegna, di chi si disegna, del significato che racchiude quel colore o quel tratto, del luogo dove lo si partorisce e dell’umore che si ha nell’istante in cui nasce l’idea.
Mi sono accorto che il peso di quello stesso disegno è diverso se lo hai guardato ieri e se lo riguardi oggi. Ma credo sia normale e rappresenti un indicatore fondamentale da tenere sempre presente per migliorare.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Per quanto riguarda il libro mi piacerebbe molto illustrare qualcosa di Edgar Allan Poe mentre per il film farei volentieri il poster di Big Fish, ma sono sicuro che fra cinque minuti vorrò cambiare preferenze.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
L’illustratrice che consiglio a tutti di mettere tra i preferiti è Giulia Frances, artista raffinata e puntuale ma allo stesso tempo affilata e tagliente.
Però non posso non nominare la mia guru, Emmanuelle Houdart che adoro sotto ogni punto di vista. Amo collezionare i suoi libri così come amo il suo lavoro, mi fa letteralmente andar giù di testa.
Faccio anche un altro nome, Piet Hein Eeek, designer unico nel suo genere, il legno di riciclo è la sua materia prima, fantastico.

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