7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Anna Ferrari.
Ciao Anna, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratrice?
Ciao! Io sono trentina, ho 24 anni e mi dedico all’illustrazione da sempre, anche se consciamente l’ho realizzato solo l’anno scorso.
Matita o penna grafica?
Assolutamente matita. Il rumore della grafite che incide il foglio semiruvido è la colonna sonora principale del mio processo creativo.
Cosa fai quando non disegni?
Quando non disegno faccio tantissime cose. Mangio biscotti, pulisco casa, costruisco mostri di cartapesta e cerco in internet nuovi illustratori/artisti da inserire nei miei “preferiti”. Cerco lavoro, gioco ai videogiochi, leggo fumetti, guardo anime giapponesi, e ogni tanto mi perdo anche nel vuoto. Ma una delle cose che preferisco è passare del tempo con i miei topi.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
In realtà poche cose perché è piccola. Devo concedermi poco spazio altrimenti mi ritroverei sotto un cumulo di disordine. Per ora sul mio tavolo da lavoro ho solo una lampada rossa che fa poca luce, un calendario, il mio pc, matita, gomma pane e un enorme mostro verde che sorveglia il mio operato.
Un disegno pesa quanto…
Tanto. A volte tantissimo. Esattamente quanto l’energia mentale e fisica che ci viene investita.
Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Sarebbe divertente fare la mia versione de La famosa invasione degli orsi in Sicilia, di Buzzati anche se le illustrazioni originali bastano già da sole.
Tralasciando i film d’animazione, sarebbe intrigante realizzare la locandina per Big Fish di Tim Burton.
Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Beh, non posso fare a meno di citare tutti gli altri membri del gruppo Manticora Autoproduzioni di cui faccio parte, dei ragazzi davvero in gamba, seri e talentuosi, coi quali è un enorme piacere poter lavorare.
Un altro fumettista/illustratore che vorrei citare è Paolo Massagli, che con il suo “Oz” mi ha aperto un mondo.