Foto di Sara Teofilo

Levi’s Vintage Clothing | FW2012/13

Foto di Sara Teofilo

Le promesse di Levi’s scritte sull’invito sono state tutte mantenute: abbiamo mangiato (hot-dog), abbiamo bevuto (birra chiara, aperta a mani nude da Andrea), abbiamo ascoltato la musica di Diego Potron che seduto su un divano d’altri tempi ci dava dentro come pochi (musicalmente parlando, ovviamente) ed abbiamo guardato/chiacchierato/ad un certo punto anche abbracciato (io) Mark Macdonald, artista a tutto tondo il quale per tutta la serata è rimasto chino a riprodurre su una tela in denim, di dimensioni non indifferenti, una stampa vintage per filo e per segno (e, credetemi, Mark deve avere un’incredibile pazienza).

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Foto di Sara Teofilo

Tutto questo da Boysloft a Brescia, in occasione della presentazione della collezione FW2012 Levi’s Vintage, ispirata ai bikers, l’una, e ai boxeur, l’altra.
Se penso ai bikers mi vengono in mente (in ordine): la Black Rebel Motorcycle Club (e quindi Marlon Brando), il chiodo, l’azienda inglese Triumph Motorcycles e dulcis in fundo ondate di giganti uomini barbuti che sfrecciano sulla Route 66.

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Questa collezione è per l’appunto ispirata a quegli anni e propone, tra i tanti capi, la “Blessing Tee”, t-shirt in cotone sulla quale si legge “Blessing of the motorcycle” scritta ispirata alla tradizione dei bikers degli anni ’50 di farsi benedire prima di una gara; l’immancabile “Biker Jacket”, simile a quella che Marlon Brando portava nel film “The Wild One”; il “Cut Off Type II Jacket” con maniche tagliate grossolanamente e decorata con borchie metalliche; i jeans 605, a vita alta e simbolo della “Woodstock generation” ed il maglione in lana Shetland caratterizzata da grandi righe nere e gialle, molto in voga in quegli anni tra i bikers.

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Se, invece, penso ai boxeur mi vengono in mente (in ordine): Hurricane di Bob Dylan, Cassius Clay, mia sorella e, ovviamente, Adriaanaaaa. In questa seconda collezione troviamo la “1950s Shorthorn Blanket Shirt” ispirata alla camicia di flanella degli anni ’50 con strisce orizzontali blu e rosse; la “Donkey Jacket”, giacca blu scuro con inserti in pelle sulle spalle e sui gomiti, capo che è una riproduzione di una giacca Levi’s degli anni ’30 ispirata a sua volta dai cappotti di lana che indossavano i lavoratori nel diciannovesimo secolo; i “1920s Cords”, pantaloni realizzati in velluto a coste; la giacca “Wool Suit” in lana mélange grigio scuro ed infine la “Boxing Bag”, bellissima sacca realizzata in pelle ispirata ad una borsa che venne trovata nel 1920 in un club di boxe di New York.

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Due collezioni differenti, un unico secolare brand e una storia che (credo) conosciamo tutti. E se non la conosci pensa che se non ci fosse stato il signor Strauss (aiutato dall’amico sarto Jacob Davis) tu oggi non potresti indossare il tuo amato, consumato, fidato jeans e, probabilmente, te ne andresti in giro in mutande.

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