Inviata speciale alla sagra dei canederli di Vipiteno#1

Appena rientrata dal primo week end alternativo dell’autunno, faccio un passo indietro e una digressione culinaria.
Correva il mese di maggio e nel pieno di una primavera bollente e che manteneva tutte le promesse del suo principio, mi cimentavo con entusiasmo e incoscienza in una lezione di cucina interattiva  al profumo di “convivio al calduccio di caminetto acceso”.

Invitata da Alto Adige Marketing  nell’ambito delle iniziative dei “salotti milanesi”, ospitata nella cucina artistica della Dream Factory (che meriterebbe un post a parte) e guidata dallo chef altoatesino Karl Baumgartner,  in buona compagnia di altre persone appassionate di tante diverse cose, mi sono ritrovata, felice,  a pasticciare malamente, immersa nella mollica di pane fino al gomito e a straziare ingredienti vari per comporli armoniosamente in forma di palla.
È proprio questo l’accattivante ed elastico aspetto dei canederli, il piatto più famoso della cucina tradizionale altoatesina, fedele alle sue origini attestate già da un affresco del XII secolo che si trova nella cappella di Castel D’Appiano (ad Appiano appunto), che ritrae un’ancella nell’atto di offrire a Maria su un vassoio, delle palle candide in tutto simili ai canederli contemporanei.

In squadra con Maura, mi sono divertita come una pazza a preparare dei canederli tutto sommato abbastanza tradizionali, con speck a dadini ed erbette aromatiche, che sono stati assaggiati dallo chef Karl e da Uta Radakovich di Alto Adige Marketing , e sono stati giudicati persino appropriati nella forma e nella consistenza (anche se non proprio dirompenti nel gusto), al punto da piazzarsi secondi nella competizione dei pasticcioni.
Il difficile infatti sta proprio nel farli sufficientemente compatti in modo che non si aprano o sfaldino durante la cottura nel brodo o nell’acqua bollente, e teneri e cedevoli allo stesso tempo, in modo da mangiarli sbocconcellandoli con l’aiuto di un cucchiaio (vietato usare il coltello, il vero affronto della massaia altoatesina)!

Insomma, a Karl e Uta la mia massima attestazione di stima,  due persone così sprezzanti del pericolo!
Ed ora, di ritorno da Vipiteno dopo aver riscosso il mio viaggio premio, non vedo l’ora di raccontarvi della caccia al tesoro sulle tracce dell’ingrediente perfetto per

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