7am | Chiara Albanesi aka Lucciole

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Chiara Albanesi aka Lucciole (qui il suo negozio su Etsy).

Ciao Chiara, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratrice?
Milanese, l’albero genealogico dice nomade per un ottavo, ma forse di più. Un quarto di secolo invece è quello che ho sulle spalle; le mani sono sporche d’inchiostro da due anni.

Matita o penna grafica?
Sgorbie. Un mio docente mi disse che il lavoro finito di un illustratore non è il disegno originale, ma quello stampato. Dedicandomi all’incisione l’ho preso completamente in parola.

Cosa fai quando non disegni?
Studio alla magistrale di scienze antropologiche, scrivo e mi dedico a quella sigla meravigliosa che è DIY, in svariate categorie del fatto a mano, dai dolci ai pupazzi di stoffa, che vendo su Etsy.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Tazze che segnano il passare del tempo fino a diventare portapenne, un MacBook bianco che mi è fedele da tanto, una foto dei miei genitori e un’entropia di fogli di carta.

Un disegno pesa quanto…
Il tempo che serve per comprenderlo.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Il film è “North by Northwest” di Hitchcock, perché sarebbe sicuramente una citazione dalla scena finale del tunnel.
Il libro invece è “Tina”, di Pino Cacucci. La storia di Tina Modotti, fotografa e donna che ammiro. Ritrarla per una copertina sarebbe un onore.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Due fanciulle: Arianna Vario e Valeria Brancaforte.

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