7am | Giada Fiorindi

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Giada Fiorindi.

Ciao Giada, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratrice?
Ciao a te! Abito a Treviso, ho 23 anni e disegno da 20 probabilmente.
Per ora aspetto che il termine “illustratrice” mi competa sul serio.

Matita o penna grafica?
Prediligo gli strumenti reali, e lascio ai pochi mezzi virtuali che uso quasi esclusivamente il compito di far pulizia a lavoro concluso. Utilizzo sempre e solo diverse tipologie di penne, tra cui la pilot G-TEC-C4 è la prediletta.
Lavoro prevalentemente in bianco e nero, anche se ultimamente trovo interessanti le combinazioni di colori delle biro.

Cosa fai quando non disegni?
Nel bel mezzo del limbo tra laurea conseguita e decisioni da prendere lavoro soprattutto al progetto UHT; arrangio improvvisatissime fughe e gite ovunque mi sia possibile e qualche viaggio, portafoglio permettendo; recupero vecchi oggetti a cui ridar nuova vita, mi faccio una corsetta, faccio vita da agriturismo a casa del fidanzato.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Penne, pennarelli da tessuto, due scatole di pastelli, una tv non collegata, cinque paia di occhiali, smalti per unghie, un libro di botanica e zoologia delle superiori di mia madre, corpose riviste di grafica, qualche medicinale immancabile, una scatola di uova piena di forcine, biglietti da visita e labello, una tazza di caffè di qualche giorno fa.

Un disegno pesa quanto…
Sicuramente più di me.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Probabilmente mi piacerebbe illustrare una raccolta di specie animali e vegetali criptiche, non necessariamente determinandone l’immagine di copertina. Un’ipotetica riedizione di “Sur la Piste des Bêtes Ignorées” o “Le Grand Serpent de Mer” di Bernard Heuvelmans.
Tra i film direi “Il grande Lebowski” dei Coen.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Apprezzo molto Marco Tavarnesi tra i connazionali, mentre Tim Enthoven e Celine Guichard sono sicuramente tra i miei preferiti.

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