Fior di latte

Non sono mai stata una signorina nei gusti alcolici, una che beve fragolino o liquori leggeri di gradazione e dolci nel gusto, in piccoli bicchieri da impugnare elegantemente tra le tre dita della mano destra. Dopo un soggiorno in Scozia, nell’ormai lontanissima estate del 1997,  mi sono innimorata del sapore ruvido dei whisky torbati e non ho più neanche sopportato l’odore zuccheroso e dolciastro di certi liquori.
Qualche tempo fa ho ricevuto in dono, da Distilleria Bottega,  tra le altre una bottiglia di Fior di Latte.

Nonostante il packaging elegante della bottiglia ed il colore lunare del liquido contenuto, la curiosità di assaggiare il cremoso liquore non è stata subito altissima. Lo presumevo troppo dolce per i miei gusti.
Poi ho lasciato la casa in Calabria per qualche settimana ed al mio ritorno ho trovato  la bottiglia nel frigo. Era sopravvissuto solo un fondo. Mio padre, in un raptus di golosità notturna, l’aveva iniziata e poi novello Adamo, aveva condiviso – sera dopo sera – il frutto proibito con mia madre.

Sanno bene che le mie bottiglie non si toccano, ma hanno sfidato la sorte e la mia proverbiale ira funesta.
Interrogati i due si sono giustificati dicendo di averne lasciato un goccino perché io potessi comunque assaggiarlo e precisando che per loro questo liquore è veramente fantastico!
In effetti, è cremoso e dolce di latte e cioccolato bianco, ma non stucchevole. L’aggiunta di grappa veneta si sente ma non ne copre i sapori.
La bassa gradazione alcolica (15°) lo rende adatto come afterdinner da consumarsi freddo.
Pare si abbini egregiamente alle fragole fresche, ma la mia bottiglia non è sopravvissuta tanto a lungo da poterle incontrare!

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