Essen | A taste magazine

Essen è la traduzione tedesca del verbo mangiare.

Essen è una testata che parla di cibo, ma non solo. Non aspettatavi l’ennesimo foodblog con piatti elaborati accompagnati da minuziosa ricetta e da un pizzico di storia privata.

Essen, in realtà è l’unica testata online dedicata al gusto all’estetica e allo stile del cibo. In un mondo dove di cibo se ne parla sempre di più e ogni casalinga può diventare la regina del web grazie ai suoi trucchetti, Essen raccoglie un pubblico trasversale: gli amanti. Coloro che cucinano, mangiano bene,  adorano mangiare, sono curiosi riguardo al cibo; così come per curiosità si intende un comportamento, un’attitudine, o un istinto, di natura abituale o episodica atto a soddisfare un desiderio inquisitivo circa la natura di un oggetto o di un fenomeno.

Abbiamo avuto l’occasione di incontrarli durante la presentazione che hanno effettuato DaZero, presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano e ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda. Risponde Cristina Zaga.

Online ufficialmente da poco prima di Natale, Essen si presenta così: E’ l’unica testata dedicata al gusto all’estetica e allo stile del cibo: com’è nato il progetto e cosa volete comunicare?
Essen nasce dalla volontà di creare un magazine di food innovativo, votato alla tecnologia e che sia capace di parlare di bere, mangiare e ricevere trasversalmente. Le coniugazioni sono molteplici: dall’organic alla moda, dalla musica al cinema, dalla fotografia concettuale ai food blogger, dagli chef più innovativi al food design.

Avete una precisa suddivisione nella linea editoriale: potete illustrare brevemente le differenti sezioni food, organic, beverage, fashion food ed essen tastes?
Essen è un magazine che si svilppa su diversi canali. Food identifica tutto ciò che è cibo, dai ritratti e interviste agli chef, ai food blogger, agli approfondimenti storici con foto di archivio al cibo e bellezza, passando per i personaggi della moda, del design e dell’arte coniugati alla cucina, ai luoghi di produzione e di consumo del cibo, agli eventi e ai catering; senza dimenticare le ricette esclusive che ciascun intervistato ci dedica.
Organic invece si concentra sul food design, sulla materia, sul biologico e il biodinamico.
Beverage approfondisce la cultura del bere, la musica e i luoghi di produzione.
Fashion Food rappresenta lo spazio dedicato ai numerosi punti di contatto tra cibo e moda e il luogo dove diamo spazio ai nostri fashion editorial e ai reportage di street food.
Gli essen tastes sono tutto ciò che la redazione di Essen ama e consiglia ai lettori.

Avete già raccolto pareri positivi: per caso vi ha scritto qualche foodblogger? Intendete coinvolgerli in questo progetto? Se sì, come?
Siamo usciti da poco, ma abbiamo raccolto pareri molto positivi dai nostri lettori.
Non uso a caso questo termine, lettori, perché in tempi relativamente brevi siamo riusciti ad affezionare gli utenti che hanno scoperto Essen e che ora passano molto tempo sul magazine a leggere i contenuti. Un risultato singolare, che ci ha fatto raggiungere un primo piccolo obiettivo: siamo già riconosciuti come magazine di approfondimento.
Per quello che riguarda i food blogger, per noi, sono molto importanti e li stiamo “conoscendo” coinvolgendoli come protagonisti, in reportage (come nel caso di Andrea Vigna) ed articoli (come nel caso di Laurel Evans, Un’americana in cucina).

Qual è il piatto che preferite mangiare? Qual è il piatto che preferite cucinare?
I piatti che amiamo sono tanti. Siamo talmente golosi che qualsiasi pietanza ci incuriosisce e ci fa venire l’acquolina in bocca. Personalmente però amo preparare la pasta fresca. La lentezza e concentrazione per creare l’impasto perfetto mi rilassano e il risultato finale fa godere vista e pupille.

Descrivete Essen in tre parole
Gusto, estetica, gourmet.

Prima di lanciare il sito, avete lasciato una fettina di carne di vitello fra le nuvole: come vi è venuto in mente?
Lo scatto della fettina di carne tra le nuvole è stato pensato e realizzato da Pietro Cocco è il fotografo che collabora con la redazione di Essen. E’ nato in concomitanza al periodo di gestazione del progetto, quando si discuteva dell’estetica e iconografia degli alimenti e le implicazioni concettuali della carne.
Ci sembrava l’immagine perfetta per sintetizzare il concept di Essen.

In rete spopolano le ricette di Benedetta Parodi, della prova del cuoco e pure un nostro ministro ha appena pubblicato il suo libro di cucina: c’era bisogno di una nuova testata dedicata al cibo?
Non c’è un grado comune con queste realtà, siamo collocati in ambiti, riferimenti e lettori diversi. Non c’è alcun punto di contatto. Essen non è l’ennesimo magazine sul cibo, massaio centrico; il nostro obiettivo è creare una nuova concezione del food.
Inoltre il nostro background non si rifà alla tradizione divulgativa italiana classica e contemporanea bensì ci sentiamo molto vicini a realtà di approfondimento come “IL” del Sole 24 e di stile come Nowness e TheSelby. Il nostro riferimento estetico è Epicurean magazine, pubblicazione australiana realizzata a metà tra gli anni 60 e 70 che ha saputo scardinare l’iconografia degli alimenti, mentre per i contenuti non abbiamo nessun riferimento, non esiste una testata con le nostre caratteristiche.

Per voi cibo è…?
Un necessario piacere.

Chef preferito?
In perfetto stile Proust, direi che il mio miglior chef è la mia personale “madeleine”: mia nonna.

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