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VEDOVO LA GENTE MORTA…
THE ECLIPSE
di Conor McPherson (Irlanda 2010)

Trama: quando uno scrittore introverso rimane solo con due figli a carico può anche succedere che la famiglia si allarghi, ma sono presenze, ectoplasmi. Si saranno confusi, non era un ghost writer. Ma l’amore e la letteratura esorcizzeranno il dolore.

Uno dice fantasmi e subito pensa a… BU! Salto dalla sedia! Tazzine e piatti del servizio buono che volano in giro per tutta la cucina, gente posseduta che si arrampica sui muri e case costruite su cimiteri indiani. Invece no. Invece da qualche anno i fantasmi hanno deciso di farci vedere come sono fatti dentro, attraverso, soprattutto al cinema. Santi numi! Anche gli ectoplasmi hanno dei sentimenti, magari giusto un tantino eterei.

Direttamente dalle coste a precipizio Irlandesi ecco apparire un film che si insinua nel genere fantasmagorico, ma lo fa con una delicatezza e un’attenzione alle emozioni tutta particolare. Probabilmente sono gli ambienti freddi, o le distese di prati infiniti che si interrompono improvvisamente sul mare ghiacciato, ma da qualche anno la “gente del nord (Europa)” ha deciso che anche loro hanno dei cuori, e forse sono cuori che battono più veloci, per proteggersi dal freddo. Lo fanno soprattutto in letteratura, assistiamo all’invasione degli svedesi nelle librerie  – che non è un’orda di vichinghi che mettono a ferro e salmone Feltrinelli – intendo gli scrittori, su tutti quel vampirofilo romantico di John Ajvide Lindqvist proprio dal suo splendido omonimo romanzo è tratto quell’esempio lampante di Lasciami Entrare, che è un film horror, ma non lo è, perché è un film d’amore (poi che l’amore faccia paura, be’ quello lasciamolo dire ai poeti della Perugina).

Anche questo The Eclipse (che ha questa sfortunata omonimia con quell’altra serie tutta canini e cagnolini che non voglio neanche nominare perché poi se ti azzardi a scrivere tipo “robert pattinson” finisce che frizzifrizzi si ritrova tutte ragazzine ormonizzate come lettrici) è come sopra: i sentimenti sono repressi, rinchiusi, gli amori congelati, la vita diventa solo un susseguirsi di giorni, sperando che quello successivo porti un po’ meno dolore di quello precedente. Poi però arrivano i fantasmi, che ti vogliono sempre dire qualcosa di importante. Da una parte di questa membrana invisible che vi divide ci sei tu che non li capisci, ti spaventi, non puoi credere che siano veri, saranno – DEVONO ESSERE, pensi –  solo frutto della tua immaginazione ferita. Dall’altra ci sono loro, che non sanno bene come farsi capire, magari alle volte estenuati si fanno prendere un po’ la mano e ti appaiono all’improvviso, ma quando poi ti si siedono ai piedi del letto e ti guardano, tu sai che ti vogliono solo salutare.

Una regia vellutata, perfetta, e la scrittura di due personaggi maschili (su tutti il protagonista) di rara capacità descrittiva. Uno triste come non mai e l’altro (lo scrittore respinto) uno dei più fastidiosi caratteri che io ricordi da molto tempo. Un film di fantasmi, dove non ci sono spiegoni finali che lasciano a bocca aperta o porte che cigolano, ma che mette un’angoscia molto, molto profonda.

Ectoplasmamore
Ecco il suono di un cuore fantasma che batte per te:                  .

GHOST – Fantasma
Immancabilmente: amore + fantasma= Ghost. Il fantasma surfista e Demi Moore in versione pre DeMILF Moore. Ma con quell’argilla cosa stavano facendo? L’urna? (cinismo hollywoodiano).

LAKE MUNGO
La bambina è sparita. La bambina riappare. La bambina è un trucco. La bambina… BU! Interessante film australiano, della serie, non ho soldi, ma di idee quante ne vuoi. Qui sì che c’è il finale che dici «MA DAI!? Allora all’inizio del film quando lei… Seeee!?».

EL ORFANATO (The orphanage)
Dopo che ci siamo mangiati questo bel piattone di paella, amore santo di mamma, mettiti al letto. Per sempre però.

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