Wandering Lydia: Nomen Omen

Le avventure della bambina più smorfiosa e stizzita della storia della letteratura inglese ce le hanno proposte in molti modi, ma io continuo a preferire l’originale, perché quel gran burlone problematico del reverendo Dogson lascia in fondo a ciascuno la libertà di fare le considerazioni più vicine alle proprie corde.

E nemmeno io sono immune al suo fascino ambiguo, lo ammetto!

Il libro pop-up di Alice nel Paese delle Meraviglie illustrato da Tenniel, regalatomi molto prima che imparassi a leggere, mi ipnotizzava anche senza l’ausilio del brucaliffo e mi viene quindi automatico ancora oggi associarvi tante cose.

Nel caso di Wandering Lydia, il collegamento viene facile: col nome, giocato sull’omofonia con “Wonder”.. .e coi suoi oggetti in lana riciclata, rigenerata e trattata: zuccheriere in porcellana bianca soppalcate da funghi allucinogeni, copricapi da fante di cuori che ha rubato le frittelle, tiare con le amanite muscarie, alzatine di diafani champignons.

Se siete interessati, l’artista, Jody Bishel, la trovate nei boschi del Connecticut  impegnata a parlare con la natura, le sue creazioni invece, sul suo blog o su Etsy.

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