Borghi antichi, storia, arte, natura, mare incantato, tradizioni, sapori, taranta: sono ovviamente gli ingredienti principali del marketing del territorio pugliese. Mettici un po’ di evocative immagini da cartolina a rappresentare i concetti di cui sopra, accompagnale con una voce narrante efficace e dal tono vagamente epico, ed ecco che avrai la perfetta ricetta per una banale campagna di promozione turistica.
A meno che…
A meno che qualcuno non intervenga a sparigliare le carte e a mettere a soqquadro questo ormai stereotipato e polveroso immaginario, creando un po’ di sano, inaspettato e incontrollato caos. E a chi si deve questo vitale atto di pirateria? A una ciurma di piccoli pirati, che attraverso la più facinorosa delle attività — il gioco — scompigliano ogni cliché preconfezionato, disturbando un’altrimenti convenzionalissima narrazione con arrembaggi, assalti all’arma bianca, frecce scoccate per sbaglio e pericolose formule magiche.
Ma dove sta andando questa scalmanata orda che si permette di disturbare turisti e locali con urla, palloni e corse a perdifiato? A conquistare un lembo di terra che, per qualche mese all’anno, potrà diventare il rifugio estivo di tale meravigliosa e colorata banda, che di giocare — insieme, in libertà e in sicurezza — ha davvero molto, molto bisogno: quel lembo di terra è, o meglio sarà, l’Invictus Camp, un campo estivo dedicato alla terapia ricreativa e pensato per bambine e bambini affetti da tumori, disabilità e gravi malattie genetiche.
Sono proprio loro le protagoniste e i protagonisti dello spot Vieni a giocare in Puglia, divertente e toccante allo stesso tempo, ideato e realizzato dall’agenzia creativa milanese Viceversa Studio per la Fondazione Vanni Longo Onlus, un’organizzazione senza scopo di lucro di base a Maruggio, in provincia di Taranto, che da circa dieci anni lavora nell’ambito del sociale e della tutela della salute e della qualità della vita, e da due sta appunto portando avanti il progetto per la realizzazione dell’Invictus Camp, il primo del suo genere in tutto il Mezzogiorno. Questo, nei piani della fondazione, potrà ospitare gratuitamente, da giugno a settembre, per una settimana ciascuno, gruppi di oltre 60 bambine, bambini, ragazze e ragazzi dai 6 ai 17 anni, per un totale di circa 700 persone, oltre ad attività (anche per le famiglie) nei fine settimana durante il resto dell’anno.
L’area scelta per il campo è una pineta di 8 ettari, sempre a Maruggio, a poche centinaia di metri dal mare (bandiera blu) di Campomarino, in una posizione comoda per raggiungere altre strutture ricettive, l’aeroporto, il porto, e gli ospedali di Brindisi, Bari, Lecce e Taranto.
L’Invictus Camp avrà aule per attività laboratoriali, una sala mensa, uno spazio per pic nic, campi sportivi, un auditorium esterno, strutture per la pet therapy e un orto didattico, e le giornate si baseranno sulla succitata terapia ricreativa, che punta sul potere benefico — sia a livello fisico che emotivo e sociale — del gioco di gruppo, e consiste in attività ludiche non competitive, da fare insieme, con la massima libertà di scegliere se partecipare attivamente oppure osservare.
«La principale missione del Camp» spiegano dalla fondazione «è l’attuazione di interventi in grado di favorire un’equilibrata evoluzione socio-relazionale e psico-affettiva dei piccoli ospiti, al fine di fare loro raggiungere: la piena consapevolezza di sé e dei propri mezzi; la conquista della giusta autonomia, l’acquisizione di risorse per affrontare le situazioni difficili cui la malattia li mette quotidianamente di fronte attraverso un processo evolutivo favorito dalla creazione di un sistema relazionale basato sul gioco».
Per realizzare il progetto — e qui sta il motivo della campagna — servono fondi. L’obiettivo è di raccogliere 1 milione e 400.000 Euro. L’invito, quindi, è a donare, se possibile, per far diventare l’Invictus Camp una realtà.
Il backstage della campagna
Le foto sono state tutte scattate dalle bambine e dai bambini