La fonderia fiorentina Zetafonts presenta in un libro le nuove tendenze della grafica e della tipografia

Gli antichi romani non arrivarono mai in Australia e dunque non seppero mai dell’esistenza dei cigni neri. Quindi, quando si trovò a coniare una metafora per indicare qualcosa di raro, riferendosi alla fedeltà coniugale di Lucrezia, moglie del console Collatino, vissuto nel VI secolo a.C., il poeta Giovenale scrisse «rara avis in terris, nigroque simillima cygno», cioè “uccello raro sulla terra, quasi come un cigno nero”.
Quei versi ebbero molto successo e furono utilizzati per secoli, almeno fino al tardo ‘600, quando finalmente il mondo occidentale scoprì che quell’animale — nome scientifico Cygnus atratus — effettivamente esisteva. A quel punto la similitudine perse di senso per qualche altro centinaio di anni, finché, nel 2007, l’esperto di teoria della probabilità Nassim Nicholas Taleb gliene diede uno nuovo, e definitivo, coniando la sua fortunatissima “teoria del cigno nero”, sviluppata nell’omonimo libro-best seller, che parla di come noi, le nostre aziende e le società in cui viviamo dovremmo prepararci all’inevitabile impatto di quegli imprevisti e altamente improbabili “cigni neri” che regolarmente ci colgono di sorpresa («Una sola osservazione può confutare un’asserzione generale ricavata da millenni di avvistamenti di milioni di cigni bianchi. Basta un solo (e, a quanto pare, piuttosto brutto) uccello nero» scrive Taleb). E quali sono questi eventi di cui parla l’autore? Crisi economiche, guerre, pandemie, catastrofi naturali… In pratica il mondo in cui ora stiamo vivendo assomiglia a una sorta di riserva naturale di queste metaforiche e nefaste bestie.

(courtesy: Zetafonts)

Secondo Taleb, questi rari eventi hanno un ruolo gigantesco nella storia: trasformano le società così come i singoli individui e le loro attività.
Lasciano un segno anche in discipline apparentemente secondarie come la grafica e la tipografia? L’autore ovviamente non ne parla, ma probabilmente sì, lo fanno, ed è qui che entra in gioco la fonderia tipografica digitale fiorentina Zetafonts, che ha dedicato alla “tipografia nell’era dei cigni neri” il suo nuovo Type Trends Lookbook, un libro — il quinto pubblicato finora dallo studio — che va a sviscerare le ultime tendenze in fatto di graphic e type design.

«Dall’uscita del nostro 2022 Type Trends lo scorso marzo, non sembra essere cambiato molto nel mondo del design grafico e tipografico» scrive Cosimo Lorenzo Pancini, uno dei fondatori di Zetafonts (insieme a Debora Manetti e Francesco Canovaro), nell’introduzione al libro. «Un mix tra nostalgia artificiale, brutalismo normcore ed euforia digitale continua a definire le immagini che ci circondano. Allo stesso tempo, il mondo attorno a noi è stato colpito da molti eventi inaspettati e altamente improbabili. Sono quelli che il sociologo Nassim Nicholas Taleb chiama “cigni neri”: guerre, pandemie globali, populismo e odio alimentati dalle tecnologie sociali digitali, l’ascesa dell’intelligenza artificiale e una crisi ambientale globale. Tutti eventi che ci sfidano nelle nostre comode stanze digitali, più simili al proverbiale elefante che a un innocuo cigno, e che hanno un effetto importante sulla nostra società. In questo stato di confusione globale, la ricerca di tendenze sembra banale e irrilevante, solo un prodotto di una prospettiva capitalistica e orientata alla produzione. Abbiamo davvero bisogno di cercare altre tendenze? Ispirati da questo concetto, abbiamo deciso di incontrare alcuni dei più interessanti e innovativi creatori e pensatori del nostro settore e di trasformare questo numero in una conversazione sulle “controtendenze” nascoste ed emergenti che sono sorte in risposta agli eventi imprevedibili che si sono verificati negli ultimi anni. Abbracciamo l’ignoto sconosciuto e guardiamo avanti a ciò che potrà portarci».

(courtesy: Zetafonts)

Secondo Zetafonts, dunque, non è tra le tendenze, quanto piuttosto tra le meno evidenti e più sotterranee “controtendenze”, che si cela ciò che di più interessante si stia muovendo in ambito grafico e tipografico. E il 2023 Type Trends Lookbook, intitolato The Counter Spaces – Typography in the Age of Black Swans, è una sorta di bussola per andare all’esplorazione di questi — come recita il titolo — “controspazi”, che in tipografia sono le aree vuote interamente o parzialmente racchiuse da un glifo (per intenderci, lo sono i “buchi” della b e della p, ma anche i “vuoti” della c e della h).

(courtesy: Zetafonts)

Il libro, che si apre con un saggio visivo della designer Isabella Ahmadzadeh, art director di Zetafonts, raccoglie punti di vista e lavori di oltre 25 designer da tutto il mondo — sono Gab Bois, Viktor Baltus (Type Design Class), Beatrice Caciotti, Kevin Cantrell, Ninan Chacko (Monotype), Andy Cruz (House Industries), Jessica Deseo (The Dieline, Print Magazine), Oded Ezer, Brandon Fretwell, Måns Grebäck, Lucas Hesse, Loukas Karnis (TypeRoom), Erik Kessels (Kesselskramer), Deborah Lynne Kugler, Tien Min Liao, Pann Lim (Rubbish Magazine), Kristie Malivindi (JKR), Nunzio Mazzaferro (Collletttivo), Raven Mo, Valerio Monopoli, Kiel D. Mutschelknaus, Duy Nguyễn (M — N Associates), Toshi Omagari, Dirk Petzold (We and the Color), Ksenya Samarskaya, Alex Slobzheninov, Panos Vassiliou (Parachute) e Martyna Wędzicka-Obuchowicz — e raggruppa le loro visioni in due sezioni: The Counter Spaces, a sua volta suddiviso in 7 sottocapitoli, che identificano altrettante controtendenze, e The Observatory, che è appunto un osservatorio sullo stato dell’arte della progettazione visiva contemporanea.
Il volume si chiude con una selezione di caratteri “per il futuro” progettati da Zatafonts.

Presentato in anteprima durante l’ultima edizione di Offf Festival, a Barcellona, il 2023 Type Trends Lookbook è un progetto di Zetafonts e di Typecampus, che è a sua volta un’iniziativa dello studio fiorentino per portare la cultura tipografica in ambito accademico e professionale.
Il libro — utilissimo per professioniste e professionisti così come per studentesse e studenti — si potrà presto acquistare in forma cartacea su Amazon, ma si può già scaricare gratis in versione PDF.

(courtesy: Zetafonts)
(courtesy: Zetafonts)
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