A fine 2022 avremmo voluto compilare la nostra ormai quasi tradizionale lista dei calendari per affrontare l’anno successivo. Poi, causa traslochi e impegni che si sono affastellati sulle pagine — appunto — dei nostri, di calendari, abbiamo dovuto rimandare e poi ancora rimandare il lavoro di selezione, finché, una volta spuntati dall’agenda tutti gli impegni, abbiamo realizzato che nel 2023 c’eravamo già dentro.
Poco male, perché ci sono calendari che in realtà non “scadono” davvero. Calendari che danno qualcosa in più oltre a scandire il trascorrere del tempo. È questo il caso del Typodarium, che da quasi quindici anni se ne sta aperto sulle scrivanie di appassionate e appassionati di tipografia e grafica, presentando ogni giorno un carattere differente, frutto della sapiente selezione del grafico e direttore creativo Lars Harmsen, direttore della rivista e tedesca Slanted, e dal designer, editor e illustratore Raban Ruddigkeit.
La nuova edizione — pubblicata come sempre dall’editore tedesco Hermann Schmidt, specializzato in pubblicazioni a tema grafica e tipografia — ospita caratteri ideati e progettati da designer di tutto il mondo (sono ben 236, da 34 paesi differenti, e c’è anche la nostra vecchia conoscenza Fabrizio Falcone).
Il focus di quest’anno è sui simboli: «poiché un tempo le lettere nascevano dalle immagini, questo sviluppo si sta ora invertendo a favore delle immagini» spiegano i curatori, riferendosi ovviamente agli emoji e ai segni grafici che, in un mondo sempre più connesso, aiutano a superare le barriere linguistiche e a velocizzare lo scambio di informazioni.
Le domeniche del Typodarium 2023 — che si acquista qui o qui — presentano infatti icone, simboli e dingbat.