Four Five: un carattere tipografico di Fabrizio Falcone, col suo specimen stampato in serigrafia

Il giovane designer milanese si è ispirato a Wim Crouwel e ai pixel font, al marchio Esselunga e al lavoro di The Designers Republic, che ha segnato la grafica tra fine anni ’90 e inizio 2000

In ambito tipografico, l’introduzione di una nuova tecnologia ha sempre cambiato le carte in tavola, e stimolato chi disegna caratteri a cercare nuove soluzioni, sia per sveltire i processi sia, soprattutto, per ovviare a eventuali problemi e non sacrificare la leggibilità, così da non mettere a rischio il ruolo primario delle lettere: comunicare un’informazione.
Qualche anno fa, visitando la mostra Metodo Simoncini, qui a Bologna, rimasi rapito da un brevetto del 1963 depositato dal designer e industriale Francesco Simoncini, che, per risolvere la distorsione della forma delle lettere in fase di stampa, pensò di “distorcerle al contrario” in fase di progettazione, così da controbilanciare le deformazioni che si presentavano durante la stampa.

Di esempi del genere ce sono molti: un altro riguarda una delle figure più importanti della grafica modernista, il neerlandese Wim Crouwel, che, più o meno nello stesso periodo di Simoncini, stava esplorando possibili soluzioni alle limitazioni dei primi schermi, che funzionavano col tubo catodico, e alla difficoltà di riprodurre i caratteri esistenti attraverso la fotocomposizione elettronica.
Crouwel ebbe l’idea di disegnare un carattere — il New Alphabet, uscito nel 1967 — utilizzando solo tratti orizzontali e verticali e angoli di 45°, racchiudendo la maggior parte dei glifi in griglie 5×7. Il risultato — che lo stesso designer definì “esagerato”, “illeggibile” e pensato più come sperimentazione che per essere usato davvero — è, appunto, un “nuovo alfabeto”, con lettere che in alcuni casi si fa molta fatica a riconoscere.
Quella sperimentazione, assai avanti sui tempi, portò però i suoi frutti. Qualche tempo dopo Crouwel disegnò per Olivetti un carattere da impiegare sulle macchine per scrivere elettriche. Tutti i glifi erano contenuti in una griglia quadrata ed erano disegnati con linee delle stesse dimensioni e angoli di 45°. Olivetti non lo utilizzò mai, ma nel ’74 il designer ne realizzò una versione digitale, chiamandola Gridnik, che era il soprannome con cui lo chiamavano tutti, essendo un fanatico delle griglie grafiche.

Crouwel, scomparso nel 2019 dopo una lunghissima carriera, ha ispirato generazioni di designer, e le sue intuizioni, i suoi principi, il suo stile e i suoi esperimenti continuano a irradiare la loro influenza nella grafica contemporanea, come nel caso di Four Five, un carattere variabile progettato dal giovane designer milanese Fabrizio Falcone, che qui su Frizzifrizzi abbiamo già avuto modo di conoscere per il suo lavoro col collettivo editorale Tazi Zine (è uno dei fondatori) e per l’MGF Sans, carattere disegnato per il Milano Graphic Festival.

Il carattere Four Five di Fabrizio Falcone

«Four Five nasce dall’idea di disegnare una font partendo dalla griglia disegnata da Wim Crouwel per il suo carattere Gridnik progettato per Olivetti» racconta Falcone, che ha iniziato a lavorarci su durante il primo lockdown, continuando poi a revisionarlo e a migliorarlo.
Se Crouwel è stato il punto di partenza, insieme alla volontà di lavorare su regole rigide e moduli fissi (come le «micro tipografie per i videogame in cui, con un semplice modulo quadrato all’interno di una griglia, sono stati in grado di creare infinite forme tipografiche» spiega), la sfera — o meglio, la “griglia” delle influenze si è allargata nel tempo e nello spazio, fino a includere «marchi storici come quello dell’esselunga disegnato da Max Huber nel 1957 o Saicaf di Mimmo castellano del 1960» e poi «i pixel font, e il lavoro dello studio inglese The Designers Republic, attivo tra il 1986 e il 2009».

Le ispirazioni
(courtesy: Federico Falcone)

Nonostante sia il frutto di molteplici spunti dal passato, il carattere ha un sapore molto contemporaneo. Come dice Falcone, «non vuole essere un revival, ma rappresentare un’evoluzione del lavoro del passato cercando di ovviare ai limiti in cui ci si ritrovava a disegnare caratteri in quegli anni. Grazie all’utilizzo degli attuali software di progettazione di caratteri è stato possibile superare questi vincoli avendo così un disegno più fluido».

Qualche mese fa, Four Five ha raggiunto la sua forma definitiva ed è stato inserito nel catalogo di supply.family, che lo distribuisce.
Per l’occasione, Falcone ha pensato di realizzare uno specimen, dando alle stampe un libriccino in edizione limitata, progettato da Stefano Lucchetti e stampato in serigrafia da Giacomo Silva su carta nera Commer Carta.
Si acquista qui.

Lo specimen

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