Perché sono qui

La mostra di 9mbreinlibro

All’inizio della mia carriera facevo il fumettista. Disegnavo storie per un magazine e pensavo avrei fatto quello tutta la vita. Poi, a una mostra all’ambasciata francese, che frequentavo perché facevano un sacco di cose interessantissime, e soprattutto gratuite (e io all’epoca ero giovane e spiantato), ho scoperto gli albi illustrati per bambini e mi sono detto: Uau! Voglio farne anch’io!
C’erano tanti libri che mi hanno colpito a quella mostra. Voyage, di Anne Brouillard e Le secret des nuages di François Roca, ma anche Mon amour di Paul Cox e la serie Les fantômes di Jacques Duquennoy.
Se dovessi dire il titolo di un solo libro che mi ha spinto a essere quello che sono, penso però che direi LE CHAPEAU e FLIX (non ce la faccio a dirne uno solo!), di Tomi Ungerer. Ma credo che un po’ tutti i suoi libri siano responsabili del fatto che sono diventato un autore per bambini.

Così, mi sono chiesto: chi sa quali sono i libri che hanno spinto gli altri autori e illustratori, ma anche gli editori, a fare il loro lavoro?
È nata così l’idea di PERCHÉ SONO QUI la mostra di quest’anno di 9mbreinlibro.

Se non siete stati ospiti di 9mbreinlibro ma volete condividere lo stesso il libro che vi ha spinto a fare il vostro lavoro creativo, fate una foto quadrata e postatela sui social con gli hashtag #perchesonoqui #9mbreinlibro #frizzifrizzi

Davide Calì


Albertine

illustratrice

Sulla collina di Kota Taniuchi mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia. Pubblicato in francese nel 1972 è un libro poetico e silenzioso. Come fa un libro in apparenza così semplice nelle parole e nelle immagini a smuovere tante sensazioni? Uno spazio all’immaginazione, l’avventura, la solitudine, la meraviglia. È tutto quello che tento di ritrovare ogni volta che disegno.
Diventata adulta non ho più ritrovato questo libro nella mia biblioteca ma ne ricordavo tutte le pagine a memoria. Così ho voluto realizzare un libro su questo libro. Rifarlo come lo vedevo nei miei ricordi. Doveva intitolarsi Il libro perduto. E poi, girando per il salone di Montreuil, un giorno mi è comparso ripubblicato da Éditions Memo. 
Ovviamente l’ho preso subito e ora è lì, in primo piano, nella mia biblioteca.



VALENTINA ALBERTINI

Editrice di Sabir Editore

Sono qui in questo momento come tappa di un percorso che non so se sia finito o se potrà cambiare ancora. Mi ci ha portato un insieme vario di avvenimenti, libri e incontri che con il senno di poi non sembrano banali coincidenze. L’introspezione, l’orientarsi dentro me stessa e nell’esplorazione del mio inconscio, è stata la pratica più terapeutica nel trovare coscienza e chiarezza sulla mia strada.


GIORGIO ARCARI

EditORE di Sabir Editore

Avevo otto anni quando ho incontrato Huck Finn.
“Se i libri sono questa cosa qui” pensai a quel tempo “allora è questo che voglio fare nella vita”. Qualche anno è passato, i modi di approcciarsi alla parola scritta sono stati tanti ma, ancora, non ho per nulla cambiato idea.



NICOLETTA ASNICAR

AUTRICE

Nella mia vita ho sempre avuto a che fare con il mondo dell’infanzia. Nel tempo ho cercato di affinare il mio linguaggio e di trovarne di nuovi per entrare in relazione onesta ed empatica con i bambini. Il mio strumento preferito sono sempre stati i libri. Durante i miei viaggi letterari ho incontrato molti linguaggi interessanti, ma la purezza e la forza di The Giving Tree di Shel Silverstein, regalatomi da un’amica canadese, ha avuto su di me la potenza di un pugno e di una carezza allo stesso tempo. 
Un po’ come l’irriverenza e la genialità del linguaggio di Roald Dahl la cui lettura ad alta voce ha sempre il potere di farmi ridere e piangere (dalle risate) insieme ai bambini. 
Considero questi autori e i loro testi delle chiavi di svolta per la mia scrittura, attività che mi accompagna praticamente da sempre.



GABRIELLA BALLIN

AUTRICE

Di libri divertenti, poetici, geniali ne ho amati parecchi ma ce n’è uno in particolare che mi ha folgorata e so esattamente anche dove e quando è successo. 
Era il giugno del 2012 in una libreria di New York. Il libro è This is New York di Miroslav Šašek, una guida turistica formato bambino che trasmette tutta la magia di una città a me molto cara. 
È il connubio perfetto di due mie grandi passioni: viaggio e illustrazione.
Il libro fa parte di una serie molto lunga, ho subito pensato che sarebbe stato carino collezionarli tutti, solo se acquistati in una libreria della città protagonista però!
Per ora ne ho solo tre ma spero presto di rimediare.
Nel frattempo, ho scritto anche io di luoghi, che magari non esistono realmente ma che, in fondo, non così distanti dalla realtà.
Di strada ne ho ancora molta da fare, sia in giro per il mondo che sulle pagine bianche, mi piace pensare che questo libro mi accompagni in entrambe le direzioni.



DANIELA BALLONE

Grafica, autrice e illustratrice

Disegnare è una cosa che ho sempre fatto. L’unico rammarico che ho è di non aver mai avuto l’opportunità di intraprendere un percorso di studi relativo a questo ma, pur non avendo una formazione accademica, ho sempre cercato il modo per esprimere la mia attitudine artistica (che ho sempre dovuto nascondere, non senza fatica, nel mio lavoro di grafica pubblicitaria).
Il mio punto di riferimento è Tim Burton: non con i blockbuster o le sue opere assorbite come franchise dalle grandi compagnie di distribuzione mainstream, ma con il piccolo libro di filastrocche illustrate Morte Malinconica del Bambino Ostrica e altre storie che Burton ha realizzato quando non era ancora famosissimo.
Quella raccolta di storie tristi e tenere di outsider mi ha ispirato nel primo progetto in cui mi sono avvicinata alla scrittura, il mio libro Odditorium (e in realtà, anche in molti altri dei miei progetti).



LENINA BARDUCCI

autrice

Sognavo da sempre di fare albi illustrati ma non trovavo mai il coraggio di iniziare. Un giorno, in biblioteca, ho incontrato Voci nel parco di Anthony Browne e Sam e Dave scavano una buca di Jon Klassen e… URCA, che colpo di fulmine! 
Grazie a loro ho avuto la catarsi e ho deciso di annegare le mie paure immergendomi a capofitto in corsi di scrittura e illustrazione, scrivendo e disegnando, ma soprattutto cancellando parecchio e, quando sono riemersa, ho scoperto con tutto il mio stupore che il sogno si era avverato!



RAFFAELLA BOLAFFIO

autrice E ILLUSTRATRICE

Non posso datare con certezza il momento in cui ho deciso che avrei fatto questo mestiere, né ho un libro in particolare che mi ha fatto prendere questa decisione, ce ne sono molti in realtà. Posso dire che il processo che mi ha portato a diventare autrice e illustratrice parte da molto lontano. Sono cresciuta circondata dai libri, in una casa che ne era piena, con un papà editore che mi rendeva partecipe di tutto il lavoro che precede e segue la pubblicazione. “Fare libri” è stata una naturale conseguenza, l’espressione di quell’amore per i libri cresciuto in me fin da quando ero piccola. Molti dei libri della mia infanzia li custodisco ancora gelosamente e qui potete vederne alcuni. 
Quello che forse ha contribuito maggiormente è Il pianeta degli alberi di Natale di Gianni Rodari e illustrato da Bruno Munari. L’incontro con questi due giganti è stato per me fondamentale.



EMANUELA BUSSOLATI

autrice E ILLUSTRATRICE

Senza dubbio 3, 30, 300, 3000 libri con illustrazioni possono avermi spinto a dedicarmi al mio lavoro di figurinaia. Perché di libri e di immagini sono sempre stata affamata. Ma ecco i 3 che ho scelto, in ordine di tempo: Il diario di Gianburrasca, Bibi una bambina del Nord, Mary Poppins.
Per i testi? Per i disegni? Per entrambe le cose: Giannino Stoppani disegnava il suo geniale diario. Lo portava sempre con sé, tanto da lasciarvi un’autentica impronta di carbone quando rischiò di morire soffocato dal fumo della locomotiva sulla quale fuggiva dalla oppressione della famiglia. Fu la sua immediatezza a convincermi che anche io potevo.
Bibi, che, figlia di ferroviere, aveva la libertà di poter viaggiare su tutte le ferrovie danesi senza biglietto, aveva un taccuino su cui annotava e disegnava l’altezza del Re in rapporto alle case del popolo, o gli accampamenti degli zingari o l’acconciatura di Else Praest.  I suoi disegni si accompagnavano a quelli di Edvig Collin ma erano più belli. Dunque… perché non io, con la matita e il calepino sempre in tasca?
Infine, i raffinati e vivissimi disegni di Mary Shepard per Mary Poppins facevano tutt’uno con uno dei testi che più illuminarono la mia voglia di narrare e disegnare.
Ma poi gli altri 30, 300, 3000? Il vento tra i salici o Il topo e suo figlio o L’età d’oro? Solo il limite delle mie capacità mi fa resistere al desiderio di illustrarli…



GIUDITTA CAMPIELLO

autrice

Non ho dubbi sul libro che mi ha portato a scrivere per bambini: Un colpo di vita, di Allan Ahlberg, uno degli Istrici dei tempi d’oro della Salani.
Ho avuto la fortuna di leggerlo da bambina. Ci sono ancora appiccicati i ricordi della lettura di allora (doppia fortuna). Mi aveva affascinato la vita dello scrittore, che è anche personaggio della sua stessa storia, sospeso tra la tranquillità del suo studio e il garbuglio avventuroso dei suoi intrecci.



BEATRICE CEROCCHI

ILLuSTRAtrice

La macchinina numero 1 di Eva Montanari ha per me un significato speciale.
Il primo corso di illustrazione che ho frequentato era proprio tenuto da lei all’Ars in Fabula di Macerata. Rimasi incantata dalle illustrazioni di Eva e dalle sue prospettive così uniche e magiche; alla fine della settimana comprai il libro che mi feci dedicare. Penso di averlo letto e guardato centinaia di volte, tanta era la curiosità e la grande voglia di riuscire a fare anche io, un giorno, questo mestiere.



LODOVICA CIMA

autrice e direttrice editoriale di Pelledoca

Il Testo che mi ha accompagnato fin dall’infanzia e che ancora oggi rimane nell’archivio del mio immaginario come generatore di meravigliose sensazioni è Vacanze all’isola dei gabbiani di Astrid Lindgren.
In quella storia per me bambina c’era tutto e per me adulta c’è ancora tutto perfino un papà scrittore che mi ha ispirato! Nei libri che scrivo cerco sempre di arrivare a provocare l’emozione e la sensazione di beato benessere che provavo io leggendo quel romanzo. Ancora oggi lo riprendo e me ne nutro, anche a piccoli assaggi!



MONICA FAVA

direttrice editoriale di Errekappa

Ho iniziato ad amare la lettura e i libri in quanto oggetti preziosi a Mosca in Russia e lì nel 1993, al contrario dell’Italia, leggevano tutti. In metropolitana, alla fermata del tram con -30 gradi, a casa e addirittura mentre erano in coda per comprare il pane. I libri si vendevano a ogni angolo di strada e la maggior parte aveva il titolo impresso in oro sulla copertina rigida in tessuto.
Il mio libro preferito è stata una bellissima edizione integrale e illustrata de Le anime morte di Gogol’, un libro complesso, affascinante e misterioso, di cui amo particolarmente le descrizioni, vere e proprie opere d’arte che è diventato il mio modello e il mio traguardo in quanto editore.



BARBARA FERRARO

Libraia e autrice

Quando ho cominciato a scrivere lo facevo sui libri per l’infanzia. Leggevo decine e decine di libri al mese, li studiavo, li recensivo. L’ho fatto per anni. Intanto lavoravo per la Fondazione Rossellini, e indagavo il rapporto tra parola e immagine. Nei momenti di pausa coltivavo il mio primo amore: le fiabe. E sempre più spesso fissavo le mie idee sulla carta. A mano. E spesso, spessissimo, ripensavo a L’Astromostro, raccolta di racconti letti da bambina che quando l’ho ricevuta per il mio compleanno ho pensato: questo libro non lo leggerò mai, e invece oggi saprei ridirlo a memoria.



CHIARA FICARELLI

Illustratrice

Ho letto Le regole dell’estate di Shaun Tan infinite volte (si può dedurre dallo spigolo consunto) e ogni volta ho trovato un tesoro nascosto o una nuova interpretazione, il tutto confezionato in un immaginario unico.
È di grande ispirazione.



ELISABETTA GARILLI

Pianista, compositrice, esperta di didattica musicale e autrice

Il passaggio dal comporre note a comporre parole è nato grazie ai bambini e alle bambine.
Sicuramente Elmer di David McKee ha dato il la in ogni senso per la creazione di una strada indicibile.



CHRIS HAUGHTON

Autore e illustratore

Un lion à paris di Beatrice Alemagna vinse il Bologna Ragazzi Award l’anno in cui andai alla BCBF dormendo in tenda e sperando di riuscire a realizzare un albo illustrato.
Nel mondo anglosassone gli albi illustrati sono piuttosto commerciali e concepiti essenzialmente per i bambini. I libri che vidi alla Fiera, soprattutto quelli italiani, francesi e coreani mi ispirarono a realizzare un libro che fosse qualcosa di più. Spero che un libro illustrato sia di ispirazione per i bambini, ma anche gli adulti.



MARCO LEONI

illustratore

Non disegno da sempre ma l’idea delle storie si è fatta spazio velocemente da piccolo. Durante i miei studi universitari a Firenze sapevo che l’illustrazione in una maniera o nell’altra avrebbe fatto parte del mio percorso. Tra una lezione di incisione calcografica all’accademia di belle Arti ed una di Photoshop in un’altra scuola privata, passavo diverso tempo nelle librerie.
I libri di Rebecca Dautremer li conoscevo per la loro bellezza così come quelli di Shaun Tan ma ai tempi nonostante le sperimentazioni di acqueforti, cere molli e disegno tradizionale ero ancora dell’idea di voler fare solo videogiochi e cartoni animati.
Ho trovato il Diario segreto di Pollicino nella Feltrinelli della via che collega la stazione di Santa Maria Novella alla basilica di Firenze. L’ho tenuto nella libreria fermo per molto tempo senza leggerlo, guardando le immagini di tanto in tanto ed accostandovi timidamente qualche altro albo italiano.
In quegli anni si fece strada in me il pensiero che, come linguaggio, il libro illlustrato in accordo con i tesori trovati nelle cantine da bimbo, potesse andare un po’ oltre la narrazione didascalica e far compiere quello sforzo immaginifico là dove l’autore lasciasse dei vuoti specifici e non.



NAIDA MAZZENGA

illustratrice

Da piccola mio padre mi ha sempre letto delle storie prima di andare a dormire; uno dei primi libri che ricordo è appunto Favole al telefono di Gianni Rodari, illustrato da Altan. Mentre mio padre leggeva Alice Cascherina o La famosa pioggia di Piombino mi immaginavo con la fantasia personaggi e paesaggi… però quando gli chiedevo di mostrarmi le illustrazioni rimanevo sconvolta dai disegni di Altan, che esercitavano su di me allo stesso tempo attrazione e quasi spavento. Anche io volevo disegnare mondi cosi accattivanti, colorati e un po’ grotteschi e devo dire che al giorno d’oggi ho ancora lo stesso obiettivo.



FEDERICA ORTOLAN

Autrice

Quando ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto scrivere storie per albi illustrati avevo davanti a me le tavole della “Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia”. Ero a Sarmede, era il 2006 e in quel momento non avevo assolutamente preso sul serio quell’idea.
Ma i desideri veri probabilmente scorrono sottopelle e riaffiorano quando meno te lo aspetti con l’urgenza di un bisogno. Almeno per me è andata così.
Nei Guai di Oliver Jeffers qualche anno più tardi mi ha messa di fronte al fatto che avrei potuto provarci. Poi un giorno ci ho provato sul serio…



GIULIETTA PASTORINO

Illustratrice

Ho iniziato illustrando qualche personaggio uscito da Anime salve e da qualche altro album di De André, da buona genovese. Ho avuto il periodo dei tessuti, affascinata dalle fantasie e dai messaggi nascosti nelle antiche stoffe di paesi lontani. L’albo illustrato è stata una scoperta arrivata da grande, poco prima della decisione di andare a studiare illustrazione a Urbino.
Il libro che scelgo è Di qui non si passa! di Isabel Minhós Martins e Bernardo Carvalho per la sua disobbedienza, l’ironia e le illustrazioni coloratissime. È un libro che arriva diretto, senza troppi fronzoli, lasciando un grande messaggio di libertà e ribellione.



VIRGINIA PORTIOLI

Editrice di Lupoguido

Non ho avuto la fortuna di crescere con gli albi illustrati e ho imparato a conoscerli solo quando sono diventata madre. La curiosità per quello che passava sugli scaffali delle librerie negli anni in cui ero bambina ha iniziato a solleticarmi e allora mi si è aperto un mondo. La convinzione che certi libri non si fossero esauriti negli anni ’70 ma avessero ancora tanto da raccontare è stata la scintilla che ha acceso il lavoro di ricerca che porto avanti con LupoGuido.
Crictor è stato uno dei primissimi di cui ho sentito l’urgenza: c’era ancora un gran bisogno di lui e di Madame Bodot!



ANGELO RUTA

Illustratore

Uno dei libri che ha contribuito a portarmi verso questo lavoro è L’oca bianca, fiaba tradizionale russa illustrata da Ivan Bilibin. L’edizione che ho (acquistata da studente in una libreria che oggi non c’è più) è stata pubblicata da Editori Riuniti nel 1987, con la traduzione di Giuseppina Cavallo. Ma l’originale è dei primi anni del ‘900.
Quello che ancora oggi mi colpisce di Bilibin è la sua capacità di sintetizzare immagini molto complesse: ambientazioni fiabesche, costumi sfarzosi, broccati e drappeggi d’ogni tipo. E poi la natura! Boschi, vallate, specchi d’acqua…
La costruzione delle sue immagini è talmente ricca da rinnovare la meraviglia ogni volta che si torna a guardarle.
Anche nell’uso del colore è spiazzante: Bilibin riesce a restituire le varie luci del giorno usando pochi passaggi (dettati, credo, dalle difficoltà tecniche di riproduzione dell’epoca).
In ultimo, apprezzo la sua capacità di sfuggire dalla tentazione decorativa: anche le illustrazioni secondarie (come le cornici o i particolari apri-capitolo) contengono narrazione, racconto, che integra il significato delle illustrazioni principali.



ALESSANDRO SANNA

Illustratore

Il primo giorno di prima elementare, la maestra ha regalato a tutti i bambini della mia classe una copia di Pinocchio illustrato da Jacovitti. Non sapevo leggere le parole ma le figure sì.
Ho scoperto che con il disegno si poteva giocare e così ho iniziato a utilizzare le matite come giocattoli. Dopo poco tempo, senza accorgermi, ho capito che quel Pinocchio di Jacovitti mi aveva acceso la passione per il raccontare storie con il disegno. Così ho fatto più tardi ancora, quando ho scelto di abbandonare pennelli, tela e tavolozza per dedicarmi al disegno narrativo.



MARIAPIA SECCIANI

Editor responsabile collana per bambini e ragazzi di Edizioni Clichy

Lavoravo già in editoria quando sono venuta in contatto con il mondo dell’illustrazione per l’infanzia. L’autore che ha acceso il mio interesse e rapito la mia immaginazione è stato Quentin Blake. Il suo pennino nervoso e onirico mi ha immerso in un mondo fantastico di cui sentivo di voler esser parte. Ed è proprio con un suo libro, Lavandaie scatenate, che nel 2010 è iniziato il mio percorso di Editor di albi illustrati. Un cammino magnifico che non mi stanco mai di percorrere giorno dopo giorno.



MAtteo Spadoni

Illustratore

Ho deciso che sarei diventato un “disegnatore di cose” a tredici anni. All’inizio non sapevo di preciso in quale ambito avrei lavorato. L’illuminazione mi è stata data da una mia insegnante che mi suggerì di provare con i libri illustrati per l’infanzia. Il libro che mi ha introdotto in questo mondo è sicuramente L’uomo dei palloncini di Giovanna Zoboli e Simone Rea. Ricordo che quando l’ho visto in libreria è stato incanto a prima vista. Da quel momento ho deciso che quella era la mia strada.



PATRIZIA ZERBI

Editrice di Carthusia Edizioni

Un libro che certamente ha ispirato il mio lavoro di editrice è stato Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni pubblicato per la prima volta in Italia nel 1975 da Emme Edizioni. Un grande autore e illustratore, una storia profonda e delicata che parla ai piccoli di diversità, identità e pregiudizi, attraverso un originale progetto editoriale.
È un libro che usavo molto in quegli anni nei laboratori di animazione alla lettura con i bambini, è osservando le loro reazioni, la loro capacità di accogliere con naturalezza il messaggio non banale, che maturai la convinzione che era possibile parlare di tutto ai bambini, anche di argomenti “difficili”, attraverso progetti di qualità, gradi storie e grandi autori… quello che è diventata poi la linea editoriale di Carthusia.


Un messaggio

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