La Catania di Ettore Sottsass in mostra

È cosa nota che il grande Ettore Sosstass avesse una casa a Filicudi, nelle Eolie. Passava lì ogni estate insieme a sua moglie Barbara Radice, lavorando immerso nella natura, sviluppando progetti (diede il nome dell’isola anche a un tavolo, disegnato per Zanotta), scrivendo (c’è un meraviglioso saggio, Sulla luce, raccolto nel volume Di chi sono le case vuote?, che prende le mosse proprio da una descrizione di Filicudi, dal modo di vivere di chi la abita e dalle architetture che vi si trovano) e fotografando.

COSA
Ettore Sottsass. Catania mia!
QUANDO
20 novembre 2022 – 21 maggio 2023
DOVE
Castello Ursino, Open Space | p.zza Federico II di Svevia 3, Catania

La fotografia — tratto forse meno conosciuto dell’opera del designer e architetto, nonostante la collaborazione con la rivista Domus, dove dal 2004 al 2006 curò la rubrica Foto dal finestrino — fu una sua grande passione fin da ragazzo. Nella sua autobiografia, Scritto di notte, racconta i tempi della guerra, quando venne mandato insieme a un gruppo di alpini su un passo di montagna: «Avevo una macchina fotografica che era una scatoletta nera a fuoco fisso» scrive. «Cercavo di fotografare sassi, pezzi di legno e lattine vuote, arrugginite, resti di chissà quali lontani picnic di gente a cui piacciono le passeggiate in montagna; specialmente signore, che poi raccolgono mazzolini di fiori e dicono: “Come è bella la natura”. Io con la mia scatoletta nera a fuoco fisso avrei voluto fotografare i resti disseccati di qualche legno, o le scatolette vuote, o qualche pezzo di filo di ferro spinato arrugginito e disseccato anche lui, forse anche lui resto di qualche altra guerra antica, dimenticata. Volevo fare qualche fotografia un po’ metafisica, ma non capivo niente. Forse già allora mi emozionava vedere ruderi, rovine, relitti, fantasmi del passato; qualche idea della morte. Su quella montagna brulla e stupida c’era tutto. C’era il forte mezzo distrutto, senza il tetto, con le camere dove stavano i cannoni, c’era il pavimento con l’acqua stagna di tempeste passate, c’erano i cannoni rotti, rovesciati, sdraiati come cadaveri neri. Il fuoco fisso della scatola nera ad ogni modo non bastava per esaudire le ambizioni».

(Foto: Ettore Sottsass | courtesy: Studio Ettore Sottsass, Fondazione OELLE Mediterraneo Antico)

Come ho già ricordato qui, Sottsass viaggiava molto e fotografava sempre e ovunque. Nei suoi archivi ci sono più di 150 mila scatti e alcuni di essi sono ovviamente stati realizzati a Filicudi, che tuttavia non era il solo luogo della Sicilia cui era affezionato. Tra il ’95 e il 2005, infatti, Sottsass e Radice frequentarono molto anche Catania. Furono due loro amici — Pietro Paterniti e Daniela Corsaro, lui avvocato, lei notaia — a invitare la coppia in città e a fargliela conoscere. E Sottsass, quando era in giro, trovava sempre il tempo per immortalare i luoghi, le architetture, la natura e tutto ciò che attirava la sua attenzione.

Parte di quelle fotografie catanesi — sia a colori che in bianco e nero, la maggior parte delle quali inedita — è ora protagonista di una mostra, intitolata Catania mia! e curata dalla stessa Barbara Radice insieme a Iskra Grisogono, con la direzione artistica di Christoph Radl.
L’esposizione, promossa e prodotta dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico in collaborazione con lo Studio Ettore Sottsass, inaugurerà il prossimo 20 novembre e rimarrà allestita fino a maggio 2023.
Pensata per l’open space del Castello Ursino di Catania e presenta 111 fotografie, realizzate negli anni ’90.
Il 19 novembre è prevista una conferenza stampa: sarà trasmessa in streaming qui a partire dalle 12,00.

Farei un corso di fotografia, per imparare a guardare il mondo e le cose, per imparare a fissare le immagini, cioè a staccarsi dalle cose, metterle in una specie di archivio per imparare a leggere luci e ombre e alla fine, per imparare a leggere quanto veloce è il tempo che passa.

Ettore Sottsass, in “Di chi sono le case vuote?” (Adelphi, 2021), pensando a cosa avrebbe fatto se avesse dovuto organizzare una scuola di design
(Foto: Ettore Sottsass | courtesy: Studio Ettore Sottsass, Fondazione OELLE Mediterraneo Antico)
(Foto: Ettore Sottsass | courtesy: Studio Ettore Sottsass, Fondazione OELLE Mediterraneo Antico)
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.