Se hai un’età compresa tra i 35 e 45 anni, capirai meglio il mio entusiasmo. Se poi lavori nel mondo della creatività, capirai moltissimo il sottile senso di sogno e rosicata che ha pervaso l’ascolto di queste voci.
Parliamo di Enrico Beruschi e di Gerry Scotti, di Iva Zanicchi e Corrado Tedeschi, della Carlotta di Bim Bum Bam (apparentemente mobbizzata da Piiiolo, nel suo ricordo) o di Marco Balestri, ma anche di tanti altri che parlano del dentro le quinte della TV privata negli anni ’80 e ’90.
Si intitola, non a caso, Una TV tutta d’oro, ed è un podcast di OnePodcast disponibile su Apple, Spotify e sul sito di Radio DeeJay.
Vorrei lasciarti all’ascolto senza aggiungere altro, perché credo che tu stess* stia vivendo l’irresistibile tentazione di sentire cos’hanno da raccontarci dei “colleghi” creativi su come si facesse il nostro lavoro anni fa. Ma voglio darti uno spoiler: c’era il tempo, e c’erano i soldi, e dunque si riuscivano a mettere in gioco i talenti e a tener alti i sorrisi.
Certo, nei ricordi degli ospiti del produttore esecutivo Edmondo Conti, lo sfondo è sempre quello plasticoso di Fininvest e del Cav, e il filo conduttore è Mike Bongiorno assieme all’onnipresente Fatma Ruffini, ma devo dirlo: si rimane incantati. Si rimane incantati nello scoprire come venivano costruiti i programmi e i palinsesti, oppure nell’immaginare che bello può essere il lavoro di chi inventa un quiz o un gioco di parole, o uno scherzo.
Goditelo, car* lettor*. E se poi lavori nel mondo della creatività, prova a vedere se alla domanda che il conduttore fa a fine di ogni puntata al proprio ospite, «cosa manca secondo te alla tv di oggi per essere tutta d’oro?», non risponderai mentalmente anche tu come me: «manca l’oro».
PS. L’oro manca, ma alcuni di loro ci sono ancora. Incredibilmente questo podcast me li ha fatti amare molto. È per questo che io credo che questo sia un podcast per sognare e non per rosicare ;)
Una tv tutta d’oro
È un podcast di OnePodcast disponibile su Apple, Spotify e sul sito di Radio DeeJay.
Scritto da Edmondo Conti e Costanza Danelon, riprese (dice così il conduttore, “riprese”) e montaggio di Paolo Invernizzi, supervisione tecnica Gabriele Rosio, responsabile della produzione Denis Stucchi.